Partito di Alternativa Comunista

Portogallo: milioni di lavoratori in lotta

Portogallo: milioni di lavoratori in lotta

E il tribunale rifiuta l'iscrizione del Mas (sezione della Lit)

 

 

 

di Claudio Mastrogiulio

La crisi economica, com'è ormai da più parti accettato, sta colpendo l'intero universo capitalista con una radicalità devastante, potremmo dire senza precedenti.
I dati macroeconomici che emergono parlano chiaro: nel 2012, soltanto nella cosiddetta “zona Euro”, la disoccupazione ha raggiunto la cifra dell'11,4%, corrispondente ad un numero ben superiore ai 18 milioni di persone.

I numeri complessivi offrono un quadro molto chiaro, che diventa ancora più lampante se si osservano le dinamiche di alcuni paesi maggiormente colpiti. Una delle economie che più di altre ha risentito di questo ciclo dapprima di stagnazione e poi di piena recessione, è stata quella del Portogallo.

 

Alcuni dati sul Portogallo

La disoccupazione nel paese lusitano tocca livelli altissimi, pari al 17,6% ed il governo di Passos Coelho sta emanando misure pesantissime, sotto dettatura della Troika, per far pagare il conto del risanamento e della ripresa economica alle masse popolari. Principalmente per queste ragioni, lo scorso 4 marzo, in tutto il Portogallo sono scesi in piazza più di 1 milione di manifestanti, per rivendicare come la crisi capitalistica non debba e soprattutto non possa essere pagata da chi non l'ha provocata. Così come in Italia e in Grecia, anche in Portogallo, cioè a dire in una delle economie meno floride dell'Europa mediterranea, i diktat dell'establishment internazionale hanno provocato un ulteriore acuirsi delle disuguaglianze sociali ed una crescente iniquità nell'allocazione delle risorse.
Diverse centinaia di migliaia di portoghesi hanno invaso la capitale Lisbona, per protestare contro la scure dei tagli che si sta abbattendo su quello che resta dello stato sociale, e per rivendicare la necessità di una proposta sociale e politica diversa dalla tecnocrazia plutocratica di Bruxelles.

 

L'imponente giornata di mobilitazione del 4 marzo

Diverse centinaia di migliaia di lavoratori, giovani e precari hanno invaso le strade di Lisbona, paralizzando l'intera capitale; ma la mobilitazione si è fatta sentire anche nelle città più periferiche rispetto al centro nevralgico del potere politico lusitano. Come dicevamo, i manifestanti sono arrivati a sfiorare la cifra di 1 milione di partecipanti, vale a dire un dato strabiliante se si considera che l'intera popolazione portoghese è composta da circa 10 milioni di persone. E' un po' come se in Italia ci fosse stato una mobilitazione con 6 milioni di manifestanti scesi in piazza! Una mobilitazione gigantesca, dunque, tanto più imponente se si considera il quadro generale nel quale è avvenuta. Anche in Portogallo, così come negli altri paesi della zona Euro, la spirale recessiva sta avvitando l'intera economia nazionale, anch'essa messa sotto torchio dei diktat giunti dalla tecnocrazia europea ed internazionale (Bce, Fmi e Ue).
Parole d'ordine come quella “che si fotta la Troika” hanno fatto da leit motiv a tutta la giornata di mobilitazione, mostrando come nelle masse portoghesi, ma non solo, vi sia un ardente spirito intrinseco rivolto a modificare la realtà esistente.

 

L'elemento soggettivo che manca: il partito rivoluzionario

Come molto spesso ci capita nelle analisi politiche di questi ultimi decenni, vediamo che il fattore della coscienza di gran parte delle masse, o comunque delle avanguardie di esse, sia avanzato più di quanto si possa inizialmente immaginare. Ciò che purtroppo ancora non c'è, in Italia come in Portogallo, ma così in tutto il mondo, è un partito rivoluzionario conseguente. Vale a dire un'organizzazione politica su scala mondiale, che abbia come proprio obiettivo strategico il sovvertimento delle strutture sociali, economiche e politiche che perpetrano lo scempio quotidiano di ingiustizie, iniquità e disuguaglianze. Un'organizzazione che, cosciente della portata storica di questo enorme compito, lavori costantemente all'unificazione della classe in una prospettiva di continua acquisizione cosciente delle dinamiche esistenti per come esse si presentano. E' il compito a cui la Lit – Lega Internazionale dei Lavoratori, attraverso l'articolazione delle sue sezioni nazionali, sta cercando di svolgere, consapevole di rappresentare solamente un embrione di ciò di cui c'è realmente bisogno; ma altrettanto certa che la strada tracciata sia quella giusta.

 

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Il Tribunale Costituzionale del Portogallo

rifiuta l’iscrizione del Mas nel registro dei partiti

 

Come i compagni sanno, la sezione portoghese della Lit – Quarta Internazionale, il Mas (Movimento Alternativa Socialista), è nato di recente dopo un periodo di militanza come Ruptura‑Fer all’interno del Bloco de Esquerda.
La legge in Portogallo richiede che, allo scopo di partecipare alle elezioni, i partiti debbano essere iscritti in uno speciale registro. Dopo aver raccolto almeno 7.500 firme di elettori (che è un numero rilevante per un paese come quello lusitano, di 10 milioni di abitanti), è necessario presentare al Tribunale Costituzionale un’istanza di riconoscimento.

In pochi mesi, i nostri compagni del Mas hanno fatto un’importante campagna politica raccogliendo un numero di gran lunga superiore di sottoscrizioni (9.259) e avanzando regolare richiesta all’organo giurisdizionale.

Con somma sorpresa, però, l’istanza di riconoscimento è stata rigettata, con la ridicola motivazione in base alla quale lo statuto del Mas non prevedrebbe la possibilità per un iscritto di ricorrere alla giustizia borghese contro un provvedimento degli organismi di garanzia del partito. Avrebbe potuto il Tribunale chiedere al Mas di correggere lo statuto in questa parte – così come si è regolato in casi analoghi già verificatisi – ma così non è stato.

È evidente che si è trattato di una decisione politica e non giuridica, tesa ad impedire ai nostri compagni portoghesi il pieno riconoscimento nell’ordinamento: una decisione, peraltro, fortemente criticata anche dal presidente nazionale dell’Ordine degli avvocati.

Questo provvedimento, ovviamente, non fermerà l’attività politica del Mas, che continuerà con ancora più vigore nelle strade e nei luoghi di lavoro, partecipando alle lotte che stanno attraversando il Portogallo e sostenendole attivamente.

Da parte nostra, esprimiamo massima solidarietà internazionalista ai compagni portoghesi. Sappiano che siamo schierati al loro fianco all’interno della comune organizzazione internazionale, la Lit-Quarta Internazionale.

 

Consiglio Nazionale del Pdac

 

 

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