Partito di Alternativa Comunista

La lotta in Brasile e la solidariet

Mondiali
La lotta in Brasile
e la solidarietà internazionale
Il presidio di ieri al consolato di Milano
 
 
 

 
a cura del Pdac Milano
 

 

manifet a milano

 

 

Ieri, 12 giugno, è stata la giornata che ha visto l’inaugurazione della Coppa del Mondo di calcio in Brasile, con scioperi e proteste a San Paolo, Rio de Janeiro e in altre città. In un Paese in cui vengono tagliati i servizi pubblici, il Mondiale appare come una somma di sprechi e un regalo alle multinazionali e al grande capitale.

Le mobilitazioni operaie e popolari si inseriscono nel processo di radicalizzazione aperto con le gigantesche manifestazioni del giugno dell’anno scorso, tenutesi in concomitanza con la Confederation cup, per l’aumento del biglietto dell’autobus di 20 centesimi. Un anno di mobilitazioni operaie e dei lavoratori, dai due scioperi generali di luglio e agosto fino alla settimana di sciopero dal 5 al 10 giugno dei metroviarios di San Paolo, passando per quello degli operai della Petrobras contro la svendita dei giacimenti e quello degli insegnanti di Rio, ha creato l’avanguardia che, insieme coi movimenti di lotta popolare e studenteschi, ha dato e darà vita alle manifestazioni nelle giornate della Coppa del mondo.
Questi lavoratori, giovani, studenti, attivisti hanno capito che le loro lotte particolari non possono essere separate dalle lotte generali di tutti e anzi solo con una lotta “politica” generale possono vincere: il Mondiale è un’espressione della politica del governo del Pt che non si può certo considerare episodica o secondaria; la controprova sono le Olimpiadi del 2016 che si terranno sempre in Brasile e che possiamo ragionevolmente supporre porteranno agli stessi abusi contro le masse popolari e gli stessi profitti ai padroni e alle multinazionali.
I lavoratori coscienti sanno che sono costretti a fare la fame per far arricchire ancor di più il grande capitale, che i Mondiali sono in diretta antitesi con le loro rivendicazioni, non sono disposti a svendere le loro lotte in cambio di qualche partita di calcio vista in tv, dato che per di più con gli esorbitanti prezzi dei biglietti nessun lavoratore brasiliano può permettersi di andare allo stadio.
La cronaca di ieri ci riporta le notizie che la polizia brasiliana ha fatto uso di lacrimogeni in ingente quantità ed ha sparato sui manifestanti con proiettili di gomma, ferendo e arrestando decine e decine di persone. Almeno tre i giornalisti feriti dalle cariche della polizia militare tra cui una reporter della Cnn e un compagno del Pstu che faceva riprese per la diretta streaming sul sito della Lit che è finito all’ospedale con entrambe le braccia rotte. A lui e agli altri compagni colpiti dalla repressione va la nostra solidarietà militante.
 
La Csp-Conlutas (il più grande sindacato di base dell'America Latina) e il Pstu (la sezione brasiliana della nostra internazionale) hanno un ruolo di primissio piano in queste lotte per i diritti fondamentali dei lavoratori e contro la repressione del dissenso. Come abbiamo già scritto sul nostro sito, tanto la Conlutas come il Pstu dirigono la gran parte delle mobilitazioni (ad es. il leader dei metroviarios è un dirigente del Pstu, il compagno Altino Prazeres).
Anche come Pdac non siamo spettatori passivi di questi avvenimenti: è importante far conoscere amche qui quello che sta succedendo in Brasile e creare un movimento di solidarietà con le lotte dei compagni brasiliani, soprattutto a fonte della dura repressione che subiscono.
Per questo ieri abbiamo partecipato al presidio sotto il consolato Brasiliano a Milano organizzato dal coordinamento No Austerity e dal SiCobas e a cui hanno partecipato anche altre forze della sinistra. Nonostante il caldo torrido e la giornata lavorativa, varie decine di compagni si sono ritrovati vicino piazza San Babila per protestare contro le ingiustizie della Coppa, per dare solidarietà ai compagni brasiliani e per spiegare quello che sta succedendo realmente in Brasile.
Evidentemente conoscendo gli abusi che si stanno commettendo, lo stesso consolato ha tolto la bandiera brasiliana dall’edificio e si è fatto “circondare” dalle forze della repressione a protezione del consolato per evitare che l’indignazione potesse raggiungerli. Il presidio è comunque riuscito ad arrivare fin sotto la porta del consolato con uno striscione di solidarietà coi lavoratori della metro di San Paolo che ora lottano per la reintegrazione dei loro compagni licenziati.
Ci sono stati poi interventi di solidarietà da parte delle varie realtà presenti: ricordiamo gli interventi, tra gli altri, dei lavoratori della Dielle di Cassina de’ Pecchi, degli operai della Cub Pirelli, dei precari della scuola, di Aldo Milani (dirigente del SiCobas), di Fabiana Stefanoni per No Austerity, di Adriano Lotito per il Pdac, ecc.
Queste iniziative devono continuare in ogni città nei prossimi giorni: i compagni brasiliani hanno contro di loro governo, apparati repressivi e organi di disinformazione. È nostro preciso dovere internazionalista di aiutarli come possibile nella loro battaglia contro l’imperialismo e il capitale. Perché la loro battaglia è la nostra.
 
manifestazione milano 2
  Immagini dal presidio del 12 a Milano, davanti al consolato brasiliano
manifestazione milano 3
Zé Maria (dirigente di Conlutas e del Pstu) e Altino Prazeres (dirigente dei lavoratori della metro)

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