De Magistris
La risposta della borghesia alla disperazione
di Rossella Bosco

Da qualche mese è possibile trovare su YouTube, un tragicomico video, in cui Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, si rivolge all’attore americano Al Pacino, invitandolo a visitare la città, onde sfatarne il mito di capitale europea della criminalità organizzata, così somigliante nelle situazioni e nei personaggi di molti famosi film interpretati dal noto divo hollywoodiano. Al di là di considerazioni che lasciamo ad altri più esperti di noi nel trattare questioni relative al fenomeno camorristico, ma non dimenticando quanto il cosidetto Sistema non potrebbe sopravvivere senza uno stretto connubio con la politica ed il malaffare borghese e come fatti recentissimi abbiano dimostrato che il capitale imprenditoriale italiano faccia affari d’oro insieme ai clan criminali, pensiamo, invece, che il sindaco avrebbe ben altro a cui badare. L’uomo venuto dall’alta borghesia napoletana, eletto con il sostegno dei riformisti del Prc, e che avrebbe dovuto portare la città di Napoli a nuova vita, altro non si è rivelato che un esecutore degli ordini della borghesia e del capitale.
Il sindaco sceriffo contro le proteste operaie e studentesche
Lungi dal porre mano, anche in minima parte ai problemi di una città in cui la disoccupazione raggiunge livelli altissimi, acuiti dall’imperversare della crisi capitalistica, mentre a migliaia si contano gli sfratti per morosità incolpevole, ha mostrato solo il suo volto da sbirro dei ceti medio alti. La repressione di ogni sforzo di disoccupati e giovani, studenti e non, di alzare la testa e dire basta, si è fatta sentire dal primo giorno del suo mandato. Dai Precari Bros, ai giovani del CSO Bancarotta di Bagnoli, (che lavoravano in una delle aree più inquinate d’Europa, in un quartiere in cui migliaia di lavoratori per decenni hanno dato il proprio sudore, spesso la propria vita, nell’impianto Italsider) con tutti loro, la sbirraglia ai suoi ordini ha usato il vecchio e triste linguaggio del manganello. In questi giorni, tra l’altro, abbiamo assistito ad un preoccupante “salto di qualità” in questo senso. A Bagnoli un nutrito gruppo di studenti, lavoratori e disoccupati ha avuto la colpa di dire no al “concerto della concertazione” organizzato dai sindacati confederali a Città della Scienza, mentre il 7, a Piazza Plebiscito prima e a via San Sebastiano poi, ci sono state cariche brutali a freddo contro degli studenti che stavano gridando la loro indignazione per un altro gravissimo episodio di repressione: quello accaduto a Milano la mattina precedente, quando gli sbirri sono addirittura entrati nell’Università per colpire gli studenti che si mobilitavano contro lo sgombero della storica libreria universitaria – ex Cuem occupata. I lavoratori e le lavoratrici, gli operai, i disoccupati, i precari, gli studenti di un ateneo saccheggiato dagli interessi baronali e dalla logica del profitto, una città che, unica in Europa, si è liberata da sola dal nazifascismo, sono stufi dello sceriffo del Vomero, rivendicano a voce alta i loro diritti, ad ogni costo e dicono no alla buffonata dell’America’ Cup: lavoro, case, diritti, cacciamo i padroni a partire da qui!