
Ad aprire l’assemblea, dopo una breve introduzione di Stefano Bonomi che presiedeva l’assemblea, l’intervento di Patrizia Cammarata, lavoratrice del Comune di Vicenza e delegata Rsu della Cub, che ha salutato i lavoratori presenti e ha ribadito il senso della convocazione dell’assemblea, vale a dire quello di discutere la proposta di piattaforma rivendicativa e la conseguente creazione, sulla base della stessa, di un Coordinamento dei lavoratori in lotta. Un coordinamento che dovrà essere aperto a tante altre realtà di lotta che si muovono nell’ottica di una reale lotta di classe: gruppi di lavoratori che stanno difendendo il loro posto di lavoro, rsu, collettivi di studenti e lavoratori, organizzazioni sindacali e politiche, associazioni, comitati per la difesa della scuola e della sanità pubblica e tutti quelli che si riconoscono nella piattaforma proposta.
Il secondo intervento è stato quello di Ramona Bartolini, lavoratrice della Jabil, che ha ripercorso la loro vicenda di lotta. Dopo un presidio permanente, ed un’occupazione che dura da più di un anno, gli operai sono riusciti per ora a ottenere la scorsa settimana un impegno formale del governo, che ha incaricato Invitalia della creazione di un piano di rilancio industriale. L’intervento ha messo anche in risalto il ruolo fondamentale delle donne sia nella lotta contro la chiusura dell’attività, e quindi nell’occupazione, sia nell’organizzazione del presidio permanente fuori dell’azienda. Ramona ha concluso dicendo che bisogna lottare per salvare il posto di lavoro e quindi il futuro dei nostri figli.
È intervenuto, quindi, Paolo Ventrella, delegato Fiom alla Ferrari di Marenello (Modena), che ha parlato dell’applicazione del "modello Pomigliano" alla Ferrari. Ventrella ha fatto una breve analisi dell’attacco che i padroni stanno sferrando contro gli operai cercando di scaricare i costi della concorrenza internazionale sulle spalle dei lavoratori seguendo l’ideologia del neoliberismo sfrenato, della competitività assoluta, demolendo così il welfare e schiacciando i lavoratori. Il delegato della Fiom Ferrari ha inoltre evidenziato la "schizofrenia all’interno della Cgil e della Fiom" con la scelta della linea legalitaria come conclusione della vicenda del referendum sul "modello Pomigliano", in pratica una linea d’attesa dei giudici e della politica. In conclusione del suo intervento ha evidenziato la necessità di costruire un percorso di base per rimuovere le burocrazie sindacali, che assieme ai padroni stanno umiliando i lavoratori, e ha proposto Maranello come sede per una successiva assemblea del nascente coordinamento, al fine di favorire la partecipazione di realtà di lotta di altre regioni. “Bisogna unire le lotte - ha concluso- perché il tempo stringe e ci stanno massacrando.”
Luis Seclen, lavoratore licenziato dall’Esselunga di Pioltello e delegato del S.I.Cobas, ha iniziato il suo intervento ammonendo i lavoratori a non fidarsi mai dei padroni perché quando i lavoratori si fidano dei padroni attendono che siano gli altri ad agire mentre il problema storico generale dei lavoratori lo possono risolvere solo i lavoratori stessi, attraverso la lotta. Venendo poi al tema dell’assemblea ne ha sottolineato l’importanza. “Da un anno giro per l’Italia e dovunque ho sempre chiesto l’unità della classe lavoratrice. Oggi è un giorno storico: siamo qui per dire vogliamo l’unità, costruiamo l’unità! Questo perché i nemici della classe operaia sono uniti: la borghesia e i suoi servi sindacali e politici ci odiano; i lavoratori, infatti, servono ai padroni per arricchirsi, ma i padroni sanno che è il proletariato che fa la storia e hanno paura delle lotte dei lavoratori”. In conclusione del suo intervento Seclen ha sottolineato come tutto il settore delle cooperative, lombarde e non solo, è in fermento e si prepara a nuove lotte, che si devono man mano rafforzare. È un obbligo storico di classe lottare, anche se questo porterà allo scontro con gli apparati repressivi della borghesia e dello Stato.
Il successivo intervento è stato quello di Moustapha Wagne, del Coordinamento migranti di Verona e responsabile nazionale della Cub immigrazione, che ha sottolineato come in Italia i sindacati concertativi abbiano spaccato i lavoratori e di come, quindi, sia necessario creare questo coordinamento per combattere il sistema capitalistico mondiale e, per riuscirci, come sia necessario lottare dentro e fuori i luoghi di lavoro. Si è poi brevemente soffermato su alcune tematiche dell’immigrazione, sottolineando come la lotta dei lavoratori immigrati è la stessa dei lavoratori nativi, quella contro il capitalismo. “Negli ultimi anni la forchetta tra lavoratori immigrati e nativi si è assottigliata, ma verso la condizione degli immigrati, al ribasso. Sembra che molti lavoratori italiani si siano tirati indietro dalla lotta. Oggi, finalmente, è però chiaro che non sono gli immigrati che rubano i posti di lavoro agli italiani, ma è il sistema che taglia. Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo lottare insieme contro la borghesia”. In conclusione ha lanciato un appello al suo stesso sindacato di cercare di unire più sindacati di base.
L’ultimo intervento introduttivo, prima del dibattito, è stato quello di Fabiana Stefanoni, insegnante precaria e attivista della Cub di Modena. Nel suo intervento la compagna ha posto l’accento sul fatto di come l’attacco del governo alla scuola pubblica sia, oltre che un attacco al futuro di tutti i giovani, anche un attacco alle donne, considerato che fra gli insegnanti le donne sono in maggioranza. Ha poi ribadito come la classe operaia sia divisa per volontà delle burocrazie sindacali, che la pratica degli scioperi costantemente separati non ha portato a risultati apprezzabili per i lavoratori e che nemmeno di fronte all’ultima pesantissima riforma delle pensioni le burocrazie sindacali hanno organizzato uno sciopero reale, ma si siano limitate a proclamare scioperi rituali. Molte delle lotte degli ultimi anni non sono riuscite a vincere ed è perché è mancato un coordinamento tra le varie lotte. Ha poi denunciato l’inganno del debito, che è il debito dei padroni e non dei lavoratori, e ha sottolineato come nel capitalismo ogni conquista che la classe operaia riesce a strappare ai padroni è solamente temporanea e, presto o tardi, la borghesia troverà il modo per riprendersi quanto aveva "concesso". In conclusione si è soffermata sulle esigenze pratiche per dare un seguito all’Assemblea: l’approvazione di una piattaforma rivendicativa, la creazione di un Coordinamento, la necessità di strumenti per informare sulle lotte, attraverso un sito e dei bollettini da distribuire tra i lavoratori e, soprattutto, l’organizzazione di altre assemblee per ampliare la partecipazione di nuove realtà al fine di unire e dare sostegno alle varie lotte in corso e che si svilupperanno.
Si è quindi aperto un vivace dibattito a cui hanno partecipato, tra gli altri, Salvatore D’Amato, lavoratore dell’Irisbus d’Avellino, che ha parlato della loro importante e nota esperienza di lotta e Dirceu Travesso, brasiliano, responsabile internazionale della CSP – Conlutas (il più grande sindacato di base dell'America Latina), che ha portato all’Assemblea il saluto del suo sindacato e che ha invitato il coordinamento a partecipare alla prossima conferenza internazionale dei sindacati conflittuali che si terrà a Parigi il prossimo marzo, promosso da Conlutas, Solidaire di Francia e altre organizzazioni dei diversi continenti: un intervento, quello di Travesso, molto importante, che ha rimarcato l'indispensabilità di un coordinamento internazionale delle lotte.
Al termine del dibattito l’Assemblea ha approvato con voto unanime la creazione del coordinamento che si chiama “No austerity – Coordinamento delle lotte” (nome proposto dagli operai della Ferrari). E’ stata discussa e votata inoltre la piattaforma su cui era stata promossa l'assemblea (con alcune integrazioni proposte nel dibattito) ed è stato votato all'unanimità un coordinamento nazionale, costituito dai rappresentanti delle principali realtà di lotta presenti sabato: il suo compito sarà quello di dare attuazione e continuità alle decisioni prese e di organizzare le prossime iniziative di lotta e assembleari. Infine è stata approvata la partecipazione del neonato Coordinamento alla conferenza sindacale internazionale che si terrà a Parigi in marzo.
Un primo importante passo per l’unità della classe operaia è stato fatto: ora si tratta di rafforzare questo strumento che i lavoratori si sono dati, favorendo l'adesione sia di altre realtà di lotta, di comitati e organizzazioni sindacali e politiche della sinistra. Alternativa Comunista, per parte sua, come dichiarato anche nell'assemblea di sabato, metterà a disposizione le proprie energie militanti per il rafforzamento di questo importante coordinamento di lotta.
