
Tuttavia, se ci sentiamo di condividere la prima delle affermazioni della Bacchiddu, riteniamo completamente errata la seconda.
Una scalata che si fa forte di altri due importanti tasselli aggiunti da Alexis Tsipras nello scorso mese di settembre. Dapprima, la sua presenza – salutata dalla calorosa accoglienza del gotha del grande capitalismo italiano – al Forum Ambrosetti di Cernobbio (il cenacolo della grande borghesia nostrana) (3), in cui ha civettato con Mario Monti, in un profluvio di vicendevoli complimenti (4). Quindi, solo pochi giorni dopo, la visita dal Papa (5).
E mentre Tsipras “gigioneggiava” con i poteri forti – terreni e… “ultraterreni” – per potersi accreditare come futuro premier responsabile e affidabile agli occhi della finanza internazionale, volavano gli stracci nella sua creatura italiana.
Da una parte, Sel di Vendola e Fratoianni, depuratasi della corrente capitanata da Gennaro Migliore che apertamente teorizzava l’ingresso diretto del partito nel Pd come sua ala sinistra, ha ormai praticamente rotto con la lista Tsipras e guarda a una possibile ricomposizione nel quadro di una “coalizione dei diritti e del lavoro” (6) tutta da costruire, con qualche renitente della sinistra Pd, i cascami di Socialismo 2000 (Patta, Salvi), la Fiom di Landini e la corrente di Claudio Grassi, ormai in libera uscita dal Prc. Il banco di prova di quest’ennesimo progetto riformista è stato la manifestazione a Roma il 4 ottobre scorso (7).
Dall’altra, Rifondazione comunista è ormai alle prese, appunto, con la scissione prossima futura. Lo scorso congresso del partito di Ferrero ha registrato un’ulteriore divaricazione fra la corrente del segretario e quella di Claudio Grassi. Recentemente, quest’area si è presentata all’esterno con sempre maggiore autonomia, costituendosi in associazione (“Sinistra Lavoro”) e celebrando nella kermesse nazionale di fine settembre il profilarsi della nuova coalizione cui abbiamo appena accennato (8).
Nel quadro di una lista Tsipras caratterizzata dalla gestione proprietaria degli “intellettuali” (Revelli, Spinelli, Viale) e totalmente paralizzata da dopo il voto europeo, incapace quindi di darsi persino una minima strutturazione, Rifondazione è alle prese con la propria crisi che si approfondisce ogni giorno di più, alimentando quella della lista che, a sua volta, rialimenta quella del Prc. Mentre il partito è dilaniato dall’ambiguità sull’atteggiamento da tenere rispetto alle prossime elezioni regionali (allearsi o no col Pd?), voci ricorrenti danno ormai per certa la prossima scissione dei grassiani (9), che assesterebbe così il colpo di grazia all’organizzazione di Ferrero.
La ragione di questa reticenza sta, appunto, nel fatto che Ross@ non è mai effettivamente nata. Troppe sono state le ambiguità che ne hanno segnato il tragitto e che ne consacrano oggi la più assoluta indeterminatezza. L’avere, ad esempio, sin dall’inizio consentito il regime della doppia tessera ha fatto sì che i militanti di Rifondazione che avevano aderito in principio, si siano poi defilati quando è nata la lista Tsipras. Così pure è stato per i turigliattiani di Sinistra Anticapitalista, che oggi cantano il de profundis per Ross@ nella risoluzione del Coordinamento nazionale del 25 settembre (14). Del resto, è lo stesso documento politico approvato a prendere atto con rammarico della separazione che queste due organizzazioni hanno consumato ai danni della creatura di Cremaschi.
D’altro canto, un progetto politico così confuso e reticente nei suoi principi (15), raccogliticcio quanto basta per aver creato l’ennesimo calderone “anticapitalista”, non poteva che sfociare in un risultato come quello efficacemente descritto dal collettivo locale che più di tutti aveva ingenuamente creduto nel progetto di Ross@, spingendo per la sua formalizzazione ma trovando insormontabili ostacoli nella autoproclamata dirigenza (16). Peraltro, la risultante di un percorso così contorto, posticcio e ambiguo, sta nei numeri degli iscritti come risulterebbero dallo statuto: circa sessanta (17)!
Da tutto quanto abbiamo sinteticamente descritto, non possiamo che definire Ross@ come un’organizzazione mai nata e che, per i principi che s’è data, nemmeno avrebbe potuto incidere sulla realtà politica. Così come resta confermata, al di là delle intenzioni con cui all’epoca la formulò, la scaramantica osservazione che Giorgio Cremaschi fece nella relazione introduttiva dell’assemblea del maggio 2013, notando che, in fondo, non era stato esattamente bene augurante organizzare un atto di nascita proprio nel luogo che celebrò una ben più famosa sepoltura. Quella del più grande partito comunista occidentale: la Bolognina!
La storia ha dimostrato, senza possibilità d’appello, che solo un partito e un’Internazionale autenticamente rivoluzionari possono adempiere a questo compito. E, per quel che riguarda il nostro Paese, si tratta di porre urgentemente mano alla loro costruzione. I militanti del Pdac, come sezione italiana della Lit-Quarta Internazionale, sono impegnati in questo compito, che non può però ricadere solo sulle loro fragili spalle. C’è invece bisogno di uno sforzo cui debbono dedicarsi, appunto, tutti quei compagni che, all’interno di Rifondazione o di altre organizzazioni, pensavano di costruire un progetto di reale cambiamento e invece preparavano uno scranno parlamentare o una qualsiasi altra utilità per il loro dirigente di turno.
È necessario che essi facciano un bilancio storico del riformismo in generale e delle loro organizzazioni in particolare. Potrà così liberarsi un indispensabile patrimonio di energie militanti che non devono assolutamente andare disperse, da mettere a frutto nella costruzione del partito rivoluzionario che ancora non c’è.
(1) Riferendosi alle numerose assenze a Bruxelles della neo eletta parlamentare (Il Corriere della Sera, 21 agosto 2014).
(2) Percorso che abbiamo diffusamente analizzato nell’articolo “‘L’altra Europa’ di Tsipras e dei riformisti nostrani. L’illusione di ‘democratizzare’ l’Ue imperialista”, alla pagina http://tinyurl.com/po4heas.
(3) La Stampa, 7/9/2014.
(4) Http://tinyurl.com/pw3nyeo. Oppure, http://tinyurl.com/py5yx7j.
(5) Http://tinyurl.com/l754ldj. Il sito greco Enikos definisce l’incontro “storico”: http://tinyurl.com/m35ynw4.
(6) Http://tinyurl.com/px4jnb8.
(7) Una dimostrazione in più dello sganciamento di Sel dalla Lista Tsipras è data dall’atteggiamento per le prossime regionali: già in Emilia e in Calabria, il partito di Vendola partecipa alla coalizione col Pd.
(8) Significativa la presenza dello stato maggiore di Sel in tutti i momenti di dibattito e, nel confronto di chiusura, quelle di Civati del Pd e di Vendola in persona, che con Grassi hanno discusso sul tema “Un’Italia senza sinistra o una nuova Sinistra per il nostro Paese?”. Di “sinistra nuova” parla esplicitamente Giorgio Airaudo, già braccio destro di Landini in Fiom e ora parlamentare di Sel (http://tinyurl.com/qarf3mj), suscitando il malcelato fastidio di uno dei padroni della Lista Tsipras, Marco Revelli, che definisce il progetto vendolian-grassian-landiniano come “assemblaggio di semplici pezzi di classe politica” (http://tinyurl.com/kkv4wuh), contrapponendogli le “magnifiche sorti e progressive” proprio di quella Lista Tsipras ormai alla canna del gas!
(9) Vito Nocera, ormai riciclatosi nell’area Grassi, definisce senza mezzi termini quello di Rifondazione un “progetto che non esiste più” (http://tinyurl.com/qj9kltu).
(10) La cui breve esistenza e, soprattutto, la cui scomparsa si sono dipanate nell’indifferenza generale.
(11) Un’assemblea svoltasi nel maggio del 2013 mise insieme in maniera raccogliticcia gli stalinisti della Rete dei comunisti (che occultamente costituiscono la micro burocrazia dirigente del sindacato Usb), i “turigliattiani” di Sinistra anticapitalista (metà dell’ex Sinistra critica), militanti di Rifondazione e “cani sciolti” vari. Il prodotto di quell’incontro fu il parto dell’acronimo Ross@ e null’altro, come si spiegherà nel testo.
(12) Http://tinyurl.com/m2j4fvt.
(13) Dal resoconto della riunione del coordinamento nazionale, a cura si Sergio Cararo: http://tinyurl.com/kwevyk4.
(14) “Pensiamo … all’esperienza di Ross@, nata in un momento di maggior crisi delle altre forze di sinistra, a cui abbiamo partecipato attivamente, ma che ha avuto difficoltà ad essere credibile e politicamente forte in una serie di passaggi politici e sociali nello scorso autunno” (http://tinyurl.com/osz4844).
(15) Http://tinyurl.com/leoexls.
(16) Http://tinyurl.com/op9s3o9. In questo testo si dà conto della “reazione scomposta … e poco democratica” di Cremaschi di fronte alla richiesta di chiarezza e alle proposte dei militanti di quel collettivo territoriale e si fa cenno a una tale serie di contraddizioni nello statuto da confermare la bontà dell’analisi che stiamo facendo di Ross@.
(17) Come denuncia lo stesso testo citato nella nota precedente.