Non si ferma la mobilitazione di precari, insegnanti e studenti

Ciò che salta all'occhio è, invece, l'evidente difficoltà del governo di fronte alle mobilitazioni del mondo della scuola, insegnanti in primis: per questo il premier ha avuto bisogno di cimentarsi in questo ridicolo video-spot con lavagna.
Del resto, i bilanci dello Stato italiano - che è il Paese europeo col debito pubblico più alto dopo la Grecia - sono meno rosei di quelli della Fiat. E' per questo che per la scuola pubblica, come già avvenuto nei trasporti, nella sanità, nei servizi sociali, la strada maestra per il governo è la privatizzazione. Il salasso di otto miliardi del governo Berlusconi (con la famigerata controriforma Gelmini) non è bastato, né al governo italiano né alla Troika.
Se si considerano i punti salienti del disegno di legge, ciò che emerge è la trasformazione delle scuole in aziende dirette da un preside-manager dotato di superpoteri: da quello di scegliere il personale delle sue scuole (con i conseguenti fenomeni di clientelismo e discriminazione) fino alla possibilità di attingere finanziamenti privati dove meglio crede. Sulla sua lavagnetta, Renzi ha indicato al primo punto, come elemento "forte" della "buona scuola", l'alternanza scuola-lavoro: è un fatto reale. Con la controriforma aumentano le ore d’alternanza scuola-lavoro: tradotto, significa che gli studenti dedicheranno molte più ore del loro tempo scolastico a... lavorare gratuitamente in azienda.
E' facile prevedere che le aziende che decideranno di elargire finanziamenti a una scuola del territorio riceveranno in cambio convenzioni che permetteranno loro di risparmiare sul personale. E' un fenomeno che già oggi avviene, e che con questa controriforma è destinato ad aggravarsi: gli studenti rinunciano a molte ore d’insegnamento, preziose per la loro formazione, per andare a svolgere stage non retribuiti in aziende del territorio... E, spesso, in aziende che poco o nulla hanno a che vedere col percorso di studi dello studente. Un bel risparmio per i padroni, che così possono fare a meno di assumere personale.
In questi anni, la condizione lavorativa dei precari è costantemente peggiorata: riduzione delle ore di lavoro su molte materie (in particolare dopo i tagli della Gelmini), scippo della monetizzazione delle ferie non godute (cioè 1.000 euro in meno l’anno), proroga del pagamento del tfr, ritardi di mesi nell'erogazione degli stipendi per le supplenze brevi, ecc. A molti precari è stato chiesto di svolgere costosissimi (3.000 euro circa) corsi abilitanti a frequenza obbligatoria... che oggi diventano carta straccia. Il piano d’assunzioni esclude a priori decine di migliaia d’insegnanti abilitati (del tfa, dei pas e del diploma magistrale) che, dopo anni di lavoro e di sacrifici, dovranno scordarsi per sempre l'assunzione. Il disegno di legge dice, infatti, che, d'ora in poi, non sarà più possibile protrarre i contratti di lavoro nella scuola oltre i 36 mesi: in altre parole, per aggirare la sentenza della corte di giustizia europea... il governo licenzia tutti.
Ora, i "fortunati" che rientreranno nel piano d’assunzione, dovranno adattarsi al peggio. Prima di tutto, saranno chiamati a discrezione dei dirigenti; in secondo luogo, dall'anno scolastico 2016-2017, dopo un anno di prova nella provincia d’appartenenza, finiranno in albi regionali, quindi potranno essere assunti anche in scuole molto lontane da quella dove abitano (e non potranno rifiutare pena il licenziamento in tronco); infine, saranno ricattabili a vita, poiché i loro contratti dovranno essere rinnovati di tre anni in tre anni... Tutto questo, sia detto per inciso, senza sapere esattamente cosa dovranno insegnare e come. L'idea del governo è, infatti, quella di utilizzare questa massa d’assunti come tappabuchi nelle varie scuole o per svolgere attività pomeridiane e serali (quindi senza più nessuna regola negli orari).
Per il personale già di ruolo le cose non andranno molto meglio: chi perde il posto in una scuola o chiede trasferimento finirà parimenti nei famigerati albi regionali, dove dovrà accettare quel che viene, pena il licenziamento. Tutto questo mentre il contratto di lavoro non è rinnovato dal 2006 e gli stipendi sono sempre più inadeguati al costo della vita. Non solo: nel disegno di legge si dice esplicitamente che tutti i punti che sono in contraddizione col contratto nazionale di lavoro in vigore... implicano l'annullamento del contratto nazionale stesso!
Mentre scriviamo questo articolo, il governo sta cercando di far passare in fretta e furia la legge in Senato. Ma gli insegnanti - e anche i loro sindacati, su pressione della base - hanno annunciato che la protesta non si fermerà con l'approvazione della legge in Senato. Sono già in programma scioperi in occasione degli scrutini di fine anno (le operazioni con cui si assegnano i voti agli studenti) e, da parte sia dei comitati di lotta più combattivi sia d’alcuni sindacati di base, si sta valutando l'ipotesi di procedere ad oltranza (eventualmente rompendo i vincoli della legge 146/90 che impedisce lo sciopero prolungato in questo settore).
Ma la cosa più importante è che la scuola sta diventando un elemento catalizzatore di tutto il malcontento sociale: i ferrovieri della Cub hanno espresso solidarietà alla mobilitazione degli insegnanti, dicendosi disposti a mobilitazioni unitarie fino allo sciopero generale. Analoga solidarietà è venuta dal mondo dei metalmeccanici. Messaggi che sono stati accolti con entusiasmo dai lavoratori della scuola, a dimostrazione che la situazione sta diventando esplosiva ed è forte la domanda di un nuovo sciopero generale (sciopero che, per ora, le burocrazie sindacali non hanno intenzione di proclamare, a parte qualche esternazione, non seguita dai fatti, di Landini).
I padroni, il governo e i grandi apparati burocratici, contando sulla debolezza e la frammentazione del sindacalismo "conflittuale", hanno vinto un’importante battaglia. Ma la guerra non è finita: è necessario che gli attivisti onesti e i lavoratori si oppongano con determinazione alle nefaste decisioni dei loro dirigenti, nei grandi come nei piccoli sindacati. Senza sindacalismo conflittuale si potranno solo subire le politiche d’austerity: impediamogli di vincere! Costruiamo l'opposizione di classe ai governi dei padroni!