Partito di Alternativa Comunista

TUTTI A ROMA IL 15 OTTOBRE

SABATO 15 OTTOBRE TUTTI A ROMA

 

INDIGNADOS DI TUTTO IL MONDO UNITEVI...

PER ABBATTERE IL CAPITALISMO!

 


I governi borghesi di centrodestra e di centrosinistra scaricano la crisi del capitalismo sulle spalle dei lavoratori, a partire dai suoi strati più sfruttati (immigrati, precari, donne). Le nuove generazioni, cioè i giovani che ancora studiano, si trovano di fronte un futuro fatto di disoccupazione e miseria. Tra disoccupati e inoccupati, la disoccupazione è arrivata anche in Italia a livelli altissimi, il 38% della popolazione in età lavorativa. Inoltre, centinaia di migliaia di lavoratori salariati nei prossimi mesi perderanno il posto di lavoro: dai precari col contratto in scadenza agli operai in cassa integrazione straordinaria. Se in Italia è il governo Berlusconi a gestire la crisi economica a danno della classe lavoratrice, le ricette attuate dai governi di altri Paesi sono le stesse: basta pensare alle manovre finanziarie varate dal centrosinistra in Grecia, in Spagna, negli Usa. La realtà è che tutti i governi, nel capitalismo, mirano a difendere gli interessi della classe dominante, la grande borghesia industriale e finanziaria: in questo possono contare sulla complicità delle burocrazie dei sindacati concertativi, che, grazie al controllo che ancora esercitano sulla classe lavoratrice, offrono al malcontento un’innocua “valvola di sfogo” proprio mentre stringono accordi con la classe padronale. E’ il caso, in Italia, del principale apparato sindacale, la Cgil: la Camusso ha firmato un accordo con Confindustria, Cisl e Uil che prevede, tra le altre cose, il definitivo smantellamento del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Non solo: ha addirittura lasciato alla Marcegaglia il ruolo di portavoce unico delle cosiddette parti sociali (come se esistessero interessi comuni tra lavoratori e padroni!). Contemporaneamente, il sindacalismo di base, diviso in tante micro-organizzazioni, appare incapace di offrire un’alternativa credibile ai lavoratori. Ciò che manca in Italia è un grande sindacato di classe, che unifichi le lotte in una prospettiva anticapitalistica.

 

Contemporaneamente, sul versante politico, mentre il governo Berlusconi è agli sgoccioli, i partiti del centrosinistra mirano a sostituirlo nella gestione degli affari della grande borghesia italiana. Pd, Idv e Sel si preparano a un nuovo governo che, a guida Vendola o Bersani poco cambia, servirà solo ad alimentare le illusioni delle masse, riproponendo le stesse ricette filopadronali, come già fece Prodi. A questo nuovo progetto padronale sono pronti a dare sostegno diretto anche le forze, politiche e sindacali, di stampo socialdemocratico (la Federazione della Sinistra; la Fiom di Rinaldini e Landini; Casarini e una parte dei centri sociali). Alla coda del centrosinistra, Cremaschi (leader della sinistra in Cgil) ha lanciato un nuovo progetto politico-sindacale in “5 punti” (sostenuto anche da piccole aree e organizzazioni riformiste, centriste e neostaliniste: settori di Rifondazione, Sinistra Critica, Pcl, Carc, Rete dei comunisti) che si basa su una piattaforma riformista ("rigorosi vincoli pubblici alle multinazionali", "una nuova politica estera" che "favorisca democrazia e sviluppo civile e sociale", "intervento pubblico per le aziende in crisi", "beni comuni per un nuovo modello di sviluppo", il tutto sulla base dei “diritti garantiti dalla Costituzione”).

 

Ciò che serve oggi è ben altro. Bisogna dire che la crisi che stiamo vivendo non è solo una crisi “finanziaria” provocata dallo strapotere delle banche: è la crisi di tutto il sistema capitalistico. Per questo, esiste una sola via d’uscita, vantaggiosa per i lavoratori, dalla miseria che la crisi del sistema porta con sé: l’abbattimento del capitalismo, la costruzione di un’economia socialista. Non “rigorosi vincoli pubblici” alle multinazionali, ma esproprio sotto controllo dei lavoratori delle multinazionali e di tutte le industrie, a partire da quelle che chiudono e licenziano. Non “beni comuni per un nuovo sviluppo”, ma pubblicizzazione di tutti i servizi sociali. Non “vincoli allo strapotere delle banche”, ma esproprio delle banche e creazione di un’unica banca di Stato. Un programma di questo tipo potrà essere attuato solo da un governo dei lavoratori: per questo serve un partito di classe e internazionale che sviluppi le lotte e si batta affinché i lavoratori prendano il potere. E’ alla costruzione di questo partito internazionale che la Lit-Quarta Internazionale (di cui il Pdac è la sezione italiana) dedica le sue energie. Come ci dimostrano le rivoluzioni arabe, le lotte in Grecia e gli indignados di tutto il mondo, la rivoluzione è non solo necessaria ma anche possibile. La classe degli sfruttati può e deve unirsi su scala internazionale per abbattere il capitalismo: un sistema che, per i profitti di pochi, trascina l’umanità nella catastrofe.

 

l'appuntamento per chi vuole partecipare alla manifestazione col Pdac
è a partire dalle ore 13 in piazza della Repubblica
(Piazza Esedra) davanti alla basilica
 
per ogni indicazione:
- 338 78 23 665
- 328 17 87 809

 

 

 


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