Una giornata per la verità storica

Davanti ad una sala piena di operai e studenti, hanno parlato Patrizia Cammarata (della sezione Pdac di Vicenza che ha organizzato l'iniziativa), Adriano Lotito (Coordinatore dei Giovani di Alternativa Comunista), Ugo De Grandis (storico della Resistenza) e Francesco Ricci (del Comitato Centrale del Pdac) e le relazioni hanno contribuito a costruire una giornata in cui è stato possibile ripristinare la verità storica e affermare i reali motivi dell’assassinio di Tresso, dopo decenni di depistamenti, menzogne e coperture staliniste.
“Il Partito di Alternativa Comunista vuole ricordare e parlare di Pietro Tresso non solo per sottrarlo alle calunnie ma perché vogliamo – ha spiegato Francesco Ricci - proseguire il suo progetto di rovesciamento del capitalismo. Trotsky, che aveva diretto la rivoluzione del 1917 ed era stato il fondatore dell’Armata Rossa, parlando della sua vita, affermava che la cosa più importante che aveva fatto era la costruzione della Quarta Internazionale. Noi ci dichiariamo eredi di quella lotta, che è stata anche di Pietro Tresso, eredi della sua volontà e del suo progetto di costruzione della Quarta Internazionale. Non c’interessa riaprire vecchi dibattiti, quello che c’interessa è capire se il progetto politico di Tresso avesse un senso e noi crediamo di sì”.
Le certezze storiche
Tresso era dirigente della Quarta Internazionale e in Italia nel 1943 stava iniziando una rivoluzione. Una serie di scioperi spinsero la grande borghesia a cercare di sostituire Mussolini con Badoglio. In Italia c’erano circa 250 mila operai armati che pensavano in quel momento di partecipare alla rivoluzione socialista d’Italia.
Pietro Tresso fu tra i fondatori del Pci nel ‘21 e divenne segretario amministrativo, prima di essere espulso come “eretico” assieme ad altri due compagni, Leonetti e Ravazzoli. Il 3 settembre 1938 alla conferenza di fondazione della Quarta Internazionale Tresso, con lo pseudonimo di Julian, era tra i 21 delegati di 12 paesi (altre 18 sezioni non furono in grado di far arrivare i loro delegati e lo stesso Trotsky sotto controllo non potè parteciparvi). Il ritorno di Pietro Tresso in Italia avrebbe rappresentato un pericolo enorme per lo stalinismo.
Per questo si uccide Tresso, per questo si uccide Trotsky, per questo sono stati ammazzati altre migliaia di compagni come tutti i componenti del Comitato Centrale russo del cui organismo, dopo la morte prematura (e forse non naturale) di Lenin, unico morto di morte naturale è (probabilmente) il solo Stalin.
“Nessuna lapide a ricordo – prosegue De Grandis - nonostante in Consiglio Comunale dal 1945 ad oggi siano sempre stati presenti uomini politici che si sono formati o che arrivano da questo Circolo Operaio di Magrè. In compenso Schio conta ben tre lapidi a memoria di fascisti giustiziati”.
Ciò nonostante, da una ventina d’anni, la verità storica è venuta a galla. L’uccisione di Pietro Tresso, protagonista di levatura europea nella storia del movimento comunista, non fu certamente un fatto locale. Qualcuno molto al di sopra di Giovanni Sosso, comandante del maquis di Raffy, comandò la soppressione, dopo aver ricevuto la ratifica dagli apparati dell’Internazionale Comunista di Mosca in mano a Stalin e verosimilmente anche dal Pci diretto da Togliatti. Oltre tre settimane trascorsero, infatti, dall’evasione dal carcere alla soppressione. Il tempo necessario, nelle condizioni di guerra in cui si svolgevano i fatti, per ottenere la direttiva ufficiale di un simile atto: nessuno, e tanto meno i partigiani del Pcf, avrebbero rischiato un’iniziativa personale a danno di un dirigente politico del livello di Tresso.
Un ricordo è andato anche a Barbara, militante rivoluzionaria e compagna di Tresso. “Anche per Barbara– ha detto Patrizia Cammarata che nella sua introduzione ha delineato i principali momenti della biografia di Tresso – ci riuniamo qui oggi, per proseguire la sua ricerca di verità e giustizia nei confronti del suo compagno di vita e di lotta, una verità che lei aveva ostinatamente perseguito fino alla morte e che le è stata negata”.
Al termine dell’incontro una ampia parte dei numerosi partecipanti all'assemblea, lavoratori immigrati, operai, disoccupati, studenti e compagni di diverse provenienze, si è trattenuta al Circolo per la cena sociale di raccolta fondi a favore della cassa di resistenza della lotta degli operai dell’OM Carrelli di Bari, una scelta, quella di dedicare la raccolta fondi a questa lotta, non solo di solidarietà alla lotta dei compagni pugliesi, ma anche come omaggio all'attività di sindacalista che Pietro Tresso aveva svolto proprio in Puglia, dove era stato in prima linea nella battaglia per il minimo salario garantito ai braccianti.
Ultimiamo questo breve report sulla giornata, citando una frase pronunciata da Toninho Ferreira, dirigente del Pstu, sezione brasiliana della Lit (Lega Internazionale dei Lavoratori -Quarta Internazionale) e di Conlutas, il più grande sindacato di base dell’America Latina, intervenuto durante il vivace dibattito svoltosi al termine delle relazioni: “Non solo Trotsky e Tresso, ma sono stati 20 milioni i morti in Russia per lo stalinismo. Il tradimento politico operato in tutto il mondo ha portato alla sconfitta decine di rivoluzioni. Per questo penso che il miglior modo per ricordare Tresso è costruire, e contribuire a costruire, la Quarta Internazionale”.
(*) Pdac sez. di Vicenza
Altre due immagini della partecipata assemblea su Tresso a Magrè di Schio
