VAL DI SUSA: UN GRANDE CORTEO
PER CONTINUARE A RESISTERE
Dopo la manifestazione brutale attacco poliziesco in stazione a Torino
di Stefano Bonomi*
Decine di migliaia di manifestanti hanno sfilato sabato 25 febbraio in corteo in Val di Susa per ribadire il no al Tav e alla devastazione ambientale che deriverebbe dalla realizzazione di questa opera, funzionale solo agli interessi di speculatori e ricchi azionisti. Abitanti della valle, operai, studenti, sindacati e organizzazioni della sinistra di classe hanno sfilato da Bussoleno a Susa per dire che la lotta contro il Tav non si ferma, nonostante la pesante repressione che ha colpito il movimento. Sono stati decine in tutta Italia, infatti, gli arresti a danno di attivisti del movimento No Tav. Non solo: il territorio dove sorge il cantiere del Tav è stato dichiarato “territorio di interesse strategico” dal precedente governo Berlusconi, al fine di permetterne la militarizzazione. Oggi con Monti la musica non cambia: chi viola il cantiere rischia anni di carcere.
La manifestazione di sabato ha dimostrato che il movimento No Tav non si lascia intimorire dalla repressione. A loro volta, gli apparati dello Stato dimostrano di non fermarsi nella violenza ai danni dei manifestanti. Nonostante il corteo si sia svolto in modo pacifico, in stazione a Torino i manifestanti che, di ritorno dalla valle, cercavano di prendere il treno per Milano sono stati brutalmente aggrediti da centinaia di agenti in assetto antisommossa (il video della carica: http://www.youtube.com/watch?v=fTk6Syrhvlk&feature=share). Più di un manifestante è rimasto gravemente ferito.
Il Partito di Alternativa Comunista, che era presente sabato in Val di Susa, esprime la propria solidarietà ai manifestanti che hanno subito la brutale carica dalla polizia; ribadisce la propria netta opposizione alla realizzazione di un’opera dannosa per l’ambiente e funzionale solo agli interessi di investitori e speculatori; sostiene il diritto delle masse popolari in Val di Susa a respingere il progetto del Tav e ad opporsi alla realizzazione dell’opera. Liberi tutti gli attivisti No Tav agli arresti!
*di ritorno dalla Val di Susa
Il volantino del Pdac diffuso alla manifestazione in Val di Susa:
NO AL TAV
NO AI PADRONI, AI BANCHIERI E ALLE LORO SPECULAZIONI
ORGANIZZIAMOCI PER ESTENDERE E GENERALIZZARE LA LOTTA CONTRO GLI ATTACCHI DEI PADRONI E DEI LORO GOVERNI
Ora e sempre resistenza. E’ questa l’aria che si respira nei comitati No Tav della Val di Susa. In questi giorni la lotta si è rifatta durissima e ci si prepara per una primavera molto calda. I lavoratori e i giovani valsusini, con il prezioso supporto di simpatizzanti solidali giunti da tutta Italia, non hanno intenzione di arrendersi nonostante la brutale repressione compiuta dalle forze del (dis)ordine, anche attraverso l’uso massiccio di lacrimogeni “non convenzionali” e con arresti in tutta Italia.
Nonostante i pesanti scontri contro migliaia di poliziotti, la mobilitazione organizzata e l’autodifesa proseguono ad oltranza, anche grazie alla solidarietà degli operai del territorio scesi in sciopero. La grande adesione degli operai delle fabbriche ai vari scioperi ha ricordato ancora una volta, che dietro l’affare del Tav si celano gli interessi di un pugno di investitori che non esitano a distruggere l’ambiente per i propri guadagni miliardari, sostenuti ieri dal governo di centrosinistra (dove sedeva comodamente anche il ministro Ferrero, che ora esprime solidarietà con questa lotta), poi dal governo delle destre e infine da Monti. Ma per questi signori “a sara düra”, perché la lotta non demorde e sarà ancora più efficace se sarà in grado di “travolgere” tutta l’Italia sull’esempio di quello che succede in Grecia e nei paesi del Nord Africa e Medio Oriente. La mobilitazione contro la Tav è solo l’anticipo di una stagione di lotte che sta arrivando anche nel nostro Paese, mentre in Grecia i lavoratori in sciopero prolungato assaltano il parlamento; mentre in Spagna, Portogallo, Romanie le piazze sono piene di giovani in lotta contro i governi di ogni colore.
La manovra Monti ha lo stesso sapore della manovra di quella approvata dai governi greci: privatizzazioni, tagli ai servizzi pubblici etc. Purtroppo le direzioni dei sindacati non organizzano la resistenza dei lavoratori, non chiamano allo sciopero generale prolungato. La Camusso, su mandato del direttivo Cgil ha stretto un accordo con Confindustria, Cisl e Uil definito storico dalla stessa Marcegaglia: un accordo che prevede lo smantellamento di fatto del contratto nazionale, la limitazione del diritto di sciopero e che permette alla stessa Cgil di tornare al tavolo della concertazione alla faccia dei lavoratori. Gli stessi sindacati di base, divisi in tante organizzazioni diverse, non sono in grado di rappresentare una valida alternativa di lotta che sia in grado di respingere al mittente gli attacchi di governo e Confindustria. Oggi più che mai, quindi, è urgente costruire una direzione politica e sindacale adeguata allo scontro in atto: servono un partito rivoluzionario e un sindacato di classe. E’ questo il compito che si pone il Partito di Alternativa Comunista, sezione italiana della Lit-Quarta Internazionale.
No al Tav, funzionale solo agli interessi di pochi investitori plurimiliardari!
Libertà immediata per tutti gli attivisti No Tav arrestati!
Sciopero prolungato fino a piegare speculatori, banchieri e governo!
Facciamo come la Grecia! Facciamo come le masse in Nord Africa e Medio Oriente!
Cacciamo il governo Monti e i suoi amici, per un governo dei lavoratori!