Brasile 15 aprile:
nuova fiammata di lotta
Decine di migliaia di lavoratori bloccano il Paese
contro le politiche del governo Dilma
di Adriano Lotito

Si fa sempre più forte e compatto il blocco popolare contro il governo del Partito dei lavoratori di Dilma Roussef in Brasile. Con la Giornata nazionale di lotta del 15 aprile (Dia Nacional de Paralisacoes), il movimento ha compiuto un salto di qualità quanto a capacità di mobilitare e unità nella lotta. In prima linea contro il governo sempre la Centrale sindacale popolare – Conlutas e i militanti del Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale, insieme a tanti attivisti dei movimenti sociali e popolari.
Contro l'aggiustamento strutturale di Dilma, paralisi del Paese
Dopo
le mobilitazioni del 6 e 26 marzo e le giornate di lotta dal 7 al 9 aprile,
decine e decine di migliaia di lavoratori, donne e giovani hanno bloccato il
Paese nella giornata del 15 aprile. Alla base delle imponenti proteste la
volontà di contrastare il progetto di legge 4330, sulle esternalizzazioni, e le
misure provvisorie di aggiustamento 664 e 665, che vanno a precarizzare ancora
di più il mercato del lavoro, rendendo più facili i licenziamenti e negando
importanti diritti acquisiti.
La
giornata del 15 aprile è stata convocata da Csp-Conlutas, Cut (sotto le
pressioni della base), Ctb, Ncst e Intersindical e ha visto numerose
manifestazioni, presidi e blocchi stradali che hanno coinvolto 21 stati del
Brasile. Nonostante il vergognoso boicottaggio da parte di tutti i più
importanti mezzi di comunicazione, la giornata di lotta ha avuto importanti
adesioni da parte di tutti i maggiori settori della classe lavoratrice del
Paese, metalmeccanici, bancari, portuali, lavoratori del settore pretrolifero,
della funzione pubblica, oltre ad attivisti dei movimenti popolari e della
gioventù.
A
San Paolo circa 40mila manifestanti hanno marciato sulla Avenida Paulista; a
San Bernardo do Campo gli operai hanno bloccato gli stabilimenti di Volkswagen,
Ford e Mercedes, centri nevralgici del conflitto operaio negli ultimi mesi. Il
presidente nazionale del Pstu, Zé Maria, già candidato premier alla scorsa
tornata elettorale, ha partecipato ad un'assemblea degli operai della Volkswagen
facendo appello alla continuità della lotta nella prospettiva di uno sciopero
generale: “Questo giorno di blocco dei lavoratori in tutto il Paese è stato
molto importante per contrastare la politica di aggiustamento fiscale applicata
oggi dal governo e dal Congresso” (1).
Importanti
mobilitazioni si sono avute anche a Rio de Janeiro, dove la polizia ha cercato
di reprimere con violenza le proteste, Porto Alegre, Belo Horizonte, Belem e
altri centri.
La riassunzione dei lavoratori della metro di San Paolo
Un'altra
notizia positiva datata 15 aprile è quella del reintegro di 37 dei 42
lavoratori della metro di San Paolo, che erano stati licenziati a seguito dello
storico sciopero della categoria dello scorso anno, durato tre giorni (giugno
2014). La risposta del governatore Geraldo Alckmin fu quella della repressione
e del ricorso alla giustizia, per sancire la illegittimità del diritto di
sciopero.
La
sentenza del Tribunale del lavoro, che riconosce al contrario la non
sussistenza delle giuste cause per il licenziamento, rappresenta una vittoria
di classe, conquistata con la forza e la lotta della categoria, combinata con
il sostegno e la solidarietà di tutti i giovani e i lavoratori del Paese. Ma è
anche una sconfitta per il governatore e il blocco politico che intendeva
criminalizzare il diritto di sciopero per fermare i movimenti in lotta (2).
Costruire lo sciopero generale!
La
buona riuscita della giornata di mobilitazione del 15 aprile ha dimostrato la
disponibilità alla lotta della classe lavoratrice brasiliana contro gli
attacchi del governo. Ha dimostrato il fatto che il ciclo di lotte apertosi nel
Paese a partire dal giugno 2013 non si è affatto concluso, ma che anzi ha
davanti a sè la possibilità di rilanciarsi ad un livello ancor più radicale, nel
contesto di una grave crisi di legittimità che sta attraversando il governo
Dilma e il Partito dei lavoratori (scandali inclusi). Settori di massa sempre
più larghi dimostrano di non riconoscersi più in un partito considerato “amico”
da parte della classe operaia.
Ora
la vera sfida da vincere sarà il rafforzare l'unità in direzione di uno
sciopero generale compatto contro il governo. “E' con questa disposizione di
lotta e di unità, che la Segreteria esecutiva nazionale di Csp-Conlutas riunita
nel giorno 16 aprile, si dirige a Cut, Ctb, Ncst, Intersindical/Cct e ai
movimenti popolari, sociali e studenteschi che hanno organizzato le
mobilitazioni del giorno 15, proponendo di costruire uno sciopero generale
nazionale contro il Progetto di legge 4330 e le misure provvisorie 664 e 665.
Pensiamo che questa sia una necessità della nostra classe e una possibilità
concreta, se sarà costruita nell'unità delle nostre organizzazioni, come già
abbiamo fatto il giorno 15 (…) Non riponiamo nessuna fiducia nel Congresso conservatore
e pensiamo che solamente con la nostra pressione e l'organizzazione di uno
sciopero generale, possiamo sconfiggere questi progetti” (3).
Note
1) http://pstuvale.blogspot.com.br/2013/08/dia-nacional-de-paralisacoes-sacode-o.html