Brasile
Prima vittoria della
piazza
conquistata la
riduzione delle tariffe a Rio e a San Paolo
Jeferson
Choma
(Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta
Internazionale)
Pubblichiamo la
traduzione di un articolo di un paio di giorni fa dei nostri compagni del Pstu
(sezione brasiliana della Lit, di cui il Pdac è sezione italian), in prima fila
nella lotta che sta infiammando cento città del Brasile. Intanto in queste ore
le manifestazioni non si fermano: solo ieri più di un milione di manifestanti
sono scesi in piazza.
Tradurremo altro
materiale nei prossimi giorni, così come faremo con gli articoli che ci inviano
i nostri compagni di Red Movement, sezione turca della Lit, uno degli
altri epicentri dell'ascesa della lotta di classe di questi giorni.
Chi volesse seguire
costantemente gli sviluppi della lotta in Brasile può visitare il sito del Pstu
a questo indirizzo http://www.pstu.org.br/ vi si trovano anche gallerie di foto, video,
ecc.
La manifestazione nelle strade ha prodotto
la sua prima grande vittoria. Il governatore di San Paolo, Geraldo Alckmin
(Psdb), il prefetto di San Paolo, Fernando Haddad (Pt), e il prefetto di Rio de
Janeiro, Eduardo Paes, (Pmdb), hanno annunciato la riduzione delle tariffe dei
treni, dei metro e degli autobus all’inizio della sera di mercoledì 19 giugno.
Oltre all’abrogazione dell’aumento delle tariffe a Rio e San Paolo, dieci
città hanno già annunciato la riduzione del prezzo degli autobus, sia attraverso
il ritiro dell’aumento, sia con la riduzione dell’indice di adeguamento.
L’aumento era già stato revocato a João Pessoa, Porto Alegre e Goiânia. È stato
ridotto a Cuibá, Recife, Manaus, Natal e Victoria. Anche le città di Caxias do
Sul e Foz do Iguaçu hanno annunciato la riduzione, oltre alla città di
Campinas.
La ritirata del governo è storica! È stata
il prodotto diretto delle grandi mobilitazioni realizzate dalle masse popolari
negli ultimi giorni. Una prova incontestabile che solo scendendo nelle strade e
nelle piazze è possibile strappare delle conquiste. Intanto, va rilevato che le
misure annunciate, così come quelle di molte altre prefetture a livello
nazionale, sono solamente una “sospensione”. Messi con le spalle al muro dalla
mobilitazione nelle strade, i governi sono stati obbligati a fare un passo
indietro, ma proveranno, in futuro, a ripristinare i prezzi dei
biglietti.
Dall’altro lato, la lotta contro il furto
nei trasporti continua. Le ruberie delle imprese private degli autobus sono una
delle principali forme di finanziamento delle campagne elettorali dei partiti
borghesi, come il Psdb, il Dem il Pmdb e il Psb. Attualmente, anche i partiti
riformisti, come il Pt e il PcdoB, utilizzano questa fonte di finanziamento per
le loro campagne. Come dice il vecchio adagio: chi paga l’orchestra sceglie la
musica.
Le stesse imprese che “donano” somme
generose sono le grandi beneficiarie delle “concessioni” per acquisti, opere e
servizi sociali e pubblici, fatte ad ogni cambio di vertice nelle prefetture,
nei governi statali e nel governo federale. Molte di queste imprese
concessionarie sono, inoltre, di proprietà di politici corrotti, o di parenti o
amici.
Per questo il Pstu difende la
nazionalizzazione del trasporto pubblico e la gratuità dei biglietti. Questo
provvedimento è tutt’altro che un’utopia, era stato discusso anche nel Pt anni
fa, quando Erundina era prefetto di San Paolo, ma non venne approvato e finì nel
dimenticatoio. Il prezzo dei biglietti doveva essere sovvenzionato dal
progressivo aumento delle tasse sui più ricchi.
Scendiamo in
piazza il 20 giugno!
La revoca dell’aumento delle tariffe, in queste
città, è stato solo l’inizio. È necessario ora continuare le mobilitazioni nelle
città dove le tariffe non sono state diminuite. Il giorno 20 giugno, giovedì, ci
sarà una giornata nazionale di protesta in tutto il Paese. Scendiamo nelle
strade per celebrare questa grande vittoria! Però è necessario continuare a
lottare nelle strade per strappare altre rivendicazioni. Alla fine, come recita
lo slogan che ha conquistato le strade, “Hanno i soldi per la Coppa ma non per
la sanità e l’istruzione!”.
In Brasile, ciò che viene messo in
discussione nelle strade non è solo la riduzione di alcuni centesimi nei
biglietti degli autobus, ma l’aumento generale del costo della vita, la spesa
pubblica per la Coppa del Mondo, i partenariati pubblico-privato e il degrado
dei servizi pubblici per la sanità e l’istruzione. È necessario lottare contro i
vigliacchi sfratti di abitanti poveri per fare spazio alle opere per i giochi! È
necessario porre fine alla repressione e smantellare la “Tropa de Choque”! (il
reparto speciale della polizia utilizzato per reprimere le manifestazioni, ndt).
Libertà per tutti i detenuti politici della repressione del PsdB e del Pt e la
fine di tutti i processi! Chi lotta non è un criminale!
Però è anche necessario identificare i
responsabili per l’attuale stato di cose del Paese. Il rallentamento
dell’economia comincia già a manifestarsi, tra le altre cose, con l’inflazione,
che sta erodendo il potere d’acquisto dei salari, di per sé già bassi.
Oltretutto, l’indebitamento esplode tra le famiglie e,
d’altra parte, i giovani, che sono maggioranza nelle proteste anche al di fuori
del Paese, percepiscono che non ci sono più prospettive per il futuro di fronte
a questa realtà.
La risposta del governo di Dilma al
rallentamento dell’economia è: abbassamento dei salari. Inoltre mira a espandere
il cosiddetto “avanzo primario”, che significa più tagli al bilancio per la
sanità e l’istruzione.
Per tutto questo la lotta deve continuare. Questa è
stata, solamente, la prima vittoria!
(19 giugno)
(traduzione di Matteo Bavassano)