14 settembre a Piacenza: un esempio da seguire
CONTRO I REGIMI MILITARI E CONTRO L'IMPERIALISMO,
AL FIANCO DELLE RIVOLUZIONI IN EGITTO E SIRIA
a cura della redazione web

Sabato 14 settembre a Piacenza lavoratori immigrati protagonisti di lotte radicali nel settore della logistica hanno promosso una manifestazione contro la guerra imperialista, contro il regime militare in Egitto, a sostegno delle rivoluzioni in Nord Africa e in Siria. Il Pdac ha aderito e partecipato alla manifestazione: pensiamo si tratti di un importante passo in avanti nello sviluppo della coscienza di classe di questi lavoratori, che hanno animato in Italia le lotte più dure contro lo sfruttamento capitalistico. Oggi, quegli stessi lavoratori, oltre a rivendicare migliori condizioni salariali, comprendono che la lotta sindacale deve diventare lotta politica. Per questo si fanno promotori di iniziative di solidarietà internazionale e riconoscono che il nemico - in Italia, in Egitto, Marocco o Siria - è lo stesso: il capitalismo.
Una manifestazione per le rivoluzioni e contro il capitalismo
La manifestazione di Piacenza, che ha visto la partecipazione di centinaia di lavoratori (in gran parte egiziani, ma anche lavoratori italiani e di tante altre nazionalità), si è aperta con un intervento di Mohamed Arafat, lavoratore egiziano noto a tutti per aver diretto l'importante lotta dei lavoratori della logistica all'Ikea di Piacenza. Arafat ha spiegato il senso della manifestazione di sabato a Piacenza: una manifestazione contro il regime militare in Egitto, che ha tradito la rivoluzione, ma anche contro tutti i governi e contro il capitalismo. Arafat ha spiegato che la rivoluzione in Egitto è la stessa rivoluzione che c'è in Siria e ha sottolineato l'importanza di opporsi alla guerra che gli Stati Uniti e gli altri Paesi capitalistici vogliono scatenare. Arafat ha precisato più volte che la manifestazione non è stata convocata a favore di questo o quel presidente, di questo o quel governo capitalistico: "vogliamo che non siano più i capitalisti a comandare o gli eserciti o i governi dei capitalisti, vogliamo che sia il popolo a comandare". Anche per questo, fin da subito è stato respinto dagli organizzatori il tentativo (subito strumentalizzato dai giornalisti per occultare il vero senso della manifestazione) di alcuni presenti di fomentare uno scontro tra sostenitori di Morsi e sostenitori del regime militare: la manifestazione, hanno ricordato i promotori, è stata una "manifestazione per l'autodeterminazione dei popoli, contro tutti i governi capitalistici".
Una manifestazione internazionalista
Dopo l'intervento di apertura di Arafat, la giornata è continuata con vari comizi, che hanno rimarcato il significato internazionalista della giornata di Piacenza. La parola è stata data al compagno Toninho Ferreira, del Pstu brasiliano (sezione brasiliana della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale, di cui il Pdac è sezione italiana) e dirigente della Csp-Conlutas (il più grande sindacato di base dell'America Latina). Il Pstu e la Csp-Conlutas sono in questi mesi in prima fila nelle mobilitazioni in Brasile. Toninho, che si è detto compiaciuto di essere tradotto in più lingue (italiano e arabo), ha portato la solidarietà di classe del Pstu e della Csp-Conlutas alle lotte dei lavoratori immigrati in Italia. Ha ricordato che la lotta di classe è internazionale e che la classe lavoratrice si deve unire su scala internazionale per abbattere il sistema capitalistico. Ha ribadito l'importanza di organizzare iniziative in solidarietà con le rivoluzioni in Siria e in Egitto, per abbattere i regimi militari, sconfiggere l'imperialismo e tutti i governi borghesi.
Dopo di lui, è intervenuto il compagno Karim, marocchino, molto conosciuto per il suo ruolo nelle lotte dei lavoratori della logistica, in particolare alla Granarolo di Bologna. Karim nel suo intervento ha chiesto l'unità di tutti i lavoratori contro il capitalismo, ha fatto appello ai sostenitori di questo o quel governo a prendere coscienza del fatto che nessun governo rappresenta gli interessi dei lavoratori, che tutti i governi in Nord Africa hanno tradito le rivoluzioni e le masse popolari. Karim ha anche sottolineato che la manifestazione è stata convocata non solo contro il regime militare ma anche contro tutti i governi del capitale.
Infine, sono intervenuti Moustapha Wagne, senegalese, del Partito di Alternativa Comunista, che ha ricordato che in Egitto servono elezioni subito per un'assemblea costituente libera e sovrana che assuma il potere: "ma non basta, dobbiamo costruire partiti rivoluzionari in Africa, come stiamo facendo in Senegal". Infine, sono intervenuti rappresentanti (provenienti da varie città d'Italia) di associazioni democratiche che chiedono la fine dei massacri e del regime militare in Egitto.
Dopo il comizio iniziale, un corteo ha attraversato le strade della città, con slogan contro il regime militare, contro la guerra in Siria, a favore dello sciopero generale. Da sottolineare il fatto che, sia nell'intervento di apertura sia durante il corteo, i promotori hanno ripetuto che è importante coinvolgere le donne nella lotta. Anche per questo è stato chiesto a Fabiana Stefanoni, del Partito di Alternativa Comunista, di intervenire come "donna e rivoluzionaria". Quello della compagna non è stato l'unico intervento durante il corteo: oltre a vari interventi di lavoratori egiziani, sono intervenuti anche rappresentanti del Nap (Network Antagonista Piacentino).
Un esempio da seguire
Il Partito di Alternativa Comunista ha aderito e partecipato alla manifestazione con le proprie parole d'ordine. Pensiamo che la manifestazione di Piacenza sia un esempio da seguire in altre città d'Italia per offrire un sostegno concreto alle rivoluzioni in Egitto e Siria, per opporsi al tradimento delle rivoluzioni e avanzare nella costruzione di partiti rivoluzionari in Nord Africa e Medio Oriente: noi pensiamo infatti che solo con la costituzione di governi operai e contadini, con la sconfitta dei regimi militari capitalistici e di tutti i partiti borghesi le rivoluzioni potranno vincere. Costruire gli strumenti necessari per raggiungere questo obiettivo, cioè costruire partiti comunisti rivoluzionari, è l'obiettivo che si pone la Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale.
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