Brasile, verso i mondiali di calcio
Gigantesche assemblee
preparano le lotte
dal sito del Pstu (*)
(sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale)

Pubblichiamo questa prima cronaca dell'assemblea che si è tenuta nei giorni scorsi a San Paolo, con 2500 attivisti e dirigenti di tutte le più grandi lotte in corso nel Paese, che conosce una stagione di grande ascesa della lotta di classe.
Principale promotore il sindacato Csp Conlutas, in cui svolge un ruolo di primo piano il nostro partito fratello, il Pstu.
Ci hanno provato. Nei giorni finali della preparazione dell’incontro dello Spazio di unità d’azione “Durante la Coppa ci sarà la lotta”, che si sarebbe dovuto tenere originariamente nella sede di Mancha verde, la polizia civile, la Federazione paulista di calcio e una serie di autorità, hanno fatto pressioni sulla direzione della scuola per impedire la realizzazione dell’incontro. La rivista Veja chegou ha pubblicato una nota che sostiene che “il Pstu, i Black bloc e il pubblico di Mancha verde” stavano preparando un incontro per organizzare atti di vandalismo durante la Coppa. Ma tutta questa campagna di stigmatizzazione e di criminalizzazione dell’incontro non ha impedito che l’incontro riunisse migliaia di persone nella sede del sindacato dei tramvieri di San Paolo.
Anche se piuttosto stretti nella sede trovata all’ultimo, gli attivisti venuti da varie parti del Paese non si sono demoralizzati e hanno discusso delle mobilitazioni che dovrebbero scuotere il paese durante la Coppa. Oltre alle organizzazioni che compongono lo Spazio di unità d’azione come la Csp-Conlutas, la maggioranza della direzione della Condsef, Feraesp (Federazione dei lavoratori salariati rurali dello Stato di San Paolo), la corrente “Cut Pode Mais”, all’incontro hanno partecipato i rappresentanti degli spazzini di Rio, che hanno fatto uno sciopero eroico e degli operai in sciopero della Comperj, una raffineria della Petrobas a Itaboraì (Rio de Janeiro).
"Hanno fatto di tutto perché questo incontro non avvenisse, ma la nostra unità ha superato la criminalizzazione, la borghesia non vuole l’unità della classe operaia”, ha detto Rejane Alves, della Cut Pode Mais. Rejane ha parlato del processo di criminalizzazione che colpisce gli attivisti di Porto Alegre e ha sottolineato la necessità di approfondire l’unità e l’indipendenza della classe operaia. “C’erano due vie prima: la distruzione o la cooptazione; ma noi abbiamo costruito una terza via, quella dell’organizzazione, dell’autonomia e della lotta”, ha detto.
Sentimento di unità che è stato riaffermato da Antonio Bispo, della Feraesp. "Sono qui per costruire l’unità e un progetto che realmente liberi la classe”, ha affermato. Ha denunciato la farsa della riforma agraria del governo Dilma, che ha chiamato “briciola agraria”. Sérgio Ronaldo, della Condsef, che riunisce i sindacati dei funzionari pubblici federali degli Stati ha dato una buona notizia all’assemblea: “Da oggi non possiamo più riferirci alla ‘maggioranza della Condsef’ quando ci riferiamo allo Spazio di unità d’azione, ma alla Condsef intera, perché abbiamo approvato la nostra adesione all’ultimo Congresso”.
In un discorso carico di emozioni, un rappresentante degli spazzini di Rio, Celio, ha raccontato i momenti di tensione durante il duro negoziato con i padroni, quando ha scoperto la solidarietà massiccia che circondava il movimento. “È stato lì, nel palazzo del Tribunale del lavoro, che ho capito che la nostra lotta non era solo nostra, degli spazzini, ma di tutti i movimenti sociali, e dal quel momento non potevamo più arrenderci”, ha detto, denunciando quindi la repressione e l’autoritarismo che si è abbattuto sui lavoratori in sciopero. “Viviamo in una democrazia mascherata, dietro la quale si nasconde una vera dittatura”, ha detto. Dopo l’intervento, l’assemblea ha cantato “Spazzino, ascolta, la tua è la nostra lotta”.
I rappresentanti dello sciopero della Comperj hanno raccontato la vera ribellione della base che ha preso il cantiere della raffineria a Itaboraì. “Gli operai hanno incendiato la macchine della Cut, perché non rappresenta più i lavoratori, l’altro giorno hanno mandato dei motociclisti armati che hanno sparato contro di noi e hanno colpito due compagni”, hanno detto i due operai. “Questo sciopero non è solo per un aumento del 15%, ma pe dimostrare a Dilma che chi comanda è la classe operaia”, hanno detto. I lavoratori del complesso stanno scioperando da più di 40 giorni. Il sindacato ha tentato una manovra, diffondendo la notizia che i padroni avevano accettato una proposta che non è mai stata realizzata. Quando i lavoratori l’hanno scoperto hanno ripreso lo sciopero con ancora più forza.
La dirigente del Psol, Luciana Genro, del Movimento de Esquerda Socialista (Mes), per parte sua, ha reso pubblico all’assemblea la decisione della sua corrente di entrare nella Csp-Conlutas e ha parlato del processo di riorganizzazione e dell’impatto delle giornate di giugno. “Le giornate di giugno, con la rivolta popolare e studentesca, sono state la prima volta nella storia che una direzione politica non aveva alcun controllo su un movimento sociale tanto importante”, ha detto. “Spetta a noi costruire una alternativa”, ha sostenuto.
José Maria de Almeida, Zé Maria, presidente nazionale del Pstu, ha parlato della persecuzione che minacciava l’organizzazione dell’incontro. “Molti ci sono venuti a chiedere se quello che è successo non è stata un’esagerazione, e io dico di no compagni”, ha detto parlando del crescente processo di criminalizzazione delle lotte e dell’aumento dello sfruttamento capitalistico come possibile soluzione alla crisi aperta nel 2008. Candidato del Pstu alla presidenza, Zé Maria ha parlato del dibattito elettorale e di come la stampa riduce tutte le questioni a questo unico dibattito, ha sottolineato che “qui stiamo costruendo un altro cammino, perché sappiamo che la soluzione non è nelle elezioni, ma nelle strade”. Zé Maria ha sostenuto “la costruzione di un altro giugno, possibilmente uguale o maggiore di quello dello scorso anno”.
Dopo il dibattito, che ha visto anche la partecipazione delle organizzazioni studentesche Anel e Juntos!, i partecipanti all’incontro hanno dato vita ad una piccola manifestazione che ha bloccato la Radial Leste per circa mezz’ora. Dopo la manifestazione, i partecipanti avevano ancora le forze per riunirsi in gruppi di lavoro che hanno discusso, tra gli altri temi, le oppressioni, la criminalizzazione dei movimenti sociali, l’educazione pubblica e dei servizi pubblici in generale. Alla fine, l’assemblea ha stilato un calendario di lotte che prevede, tra le altre date, mobilitazioni nazionali per il 12 giugno, giornata di apertura della Coppa del Mondo.
(*) traduzione dal portoghese di Matteo Bavassano