Partito di Alternativa Comunista

Cresce l'Internazionale rivoluzionaria

Alla vigilia dell'XI Congresso mondiale della Lit – Quarta Internazionale
Cresce l'Internazionale rivoluzionaria
 
   
 
di Valerio Torre
 
lit nel mondo
 
Si celebrerà nella prima metà di aprile, a San Paolo del Brasile, l'XI Congresso mondiale della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale, che è, per generale ammissione (anche degli avversari politici), oggi la più grande e diffusa organizzazione che si richiami al trotskismo, presente in decine di Paesi nei diversi continenti e soprattutto presente in tutti i fronti di lotta di questi mesi: dalla Spagna al Portogallo, dal Belgio alla Gran Bretagna, dalla Turchia alla Russia e Ucraina, al Brasile (col Pstu, il più grande partito trotskista del mondo, oggi alla testa dell'ascesa delle masse in quel Paese), agli Stati Uniti, a tutta l'America Latina, al Senegal, ecc. ecc.; in dialogo con i settori più avanzati delle rivoluzioni di Nord Africa e Medio Oriente. 
Il Pdac, che della Lit è sezione italiana, sta partecipando in queste settimane al dibattito precongressuale. Nelle prossime settimane pubblicheremo altri testi relativi al Congresso: qui pubblichiamo un articolo di Valerio Torre, scritto per il numero di Progetto Comunista uscito nei giorni scorsi.
Altri articoli si possono leggere sul sito in spagnolo della Lit www.litci.org o sui siti gemelli nelle varie lingue (portoghese, inglese, francese e da qualche settimana anche in arabo).
 
 
 
“La battaglia di Lev Trotsky per costruire la Quarta Internazionale ha rappresentato il tentativo di dare continuità alla battaglia di Lenin e dei bolscevichi alla testa della Terza Internazionale. Ma la Quarta Internazionale, dal punto di vista programmatico, è stata più di questo. È stata il tentativo di attualizzare il programma bolscevico di fronte a un avvenimento inedito: la degenerazione del primo Stato operaio. La restaurazione del capitalismo negli ex Stati operai e le rivoluzioni dell’Est hanno fatto sì che molti settori del trotskismo giungessero alla conclusione che la realtà aveva dimostrato il fallimento del programma trotskista. Noi siamo arrivati alla conclusione opposta: la restaurazione del capitalismo, le rivoluzioni dell’Est e l’attuale situazione dimostrano che il programma trotskista ha superato la prova dei fatti. Ma un programma è ben più di qualche foglio di carta. Un programma è la comprensione comune degli avvenimenti e dei compiti che da essi derivano. Per questo, un programma può concretarsi solo in un partito. Questo partito è mondiale e si chiama Quarta Internazionale. La battaglia per ricostruire la Quarta Internazionale è la principale conclusione programmatica dell’attualità. La lotta per ricostruire la Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale (Lit), che è al centro delle nostre preoccupazioni, non è un obiettivo in sé: è al servizio della ricostruzione della Quarta Internazionale”. Con queste parole si concludevano le Tesi sulla situazione mondiale approvate dall’VIII Congresso della Lit, svoltosi nel luglio del 2005. E quando si celebrerà l’XI Congresso – dal 6 al 12 aprile 2014 – saranno passati quasi nove anni, ma quest’analisi è ancora di un’impressionante attualità.
 
Una nuova situazione in America Latina
Il prossimo Congresso della Lit verrà realizzato nel quadro di un panorama mondiale estremamente instabile per l’imperialismo, con la crisi economica più profonda dal 1929 e dalla quale il capitalismo non riesce a trovare una via d’uscita se non continuandone a scaricare gli effetti sulla classe operaia e perciò continuando ad accumulare le fascine per una possibile esplosione sociale; sullo sfondo di una rivoluzione che ha attraversato l’intero Nord Africa e il Medio Oriente e che è tutt’altro che esaurita (come dimostrano tra l’altro l’acutissima guerra civile in Siria e la situazione in Egitto); e della ripresa della lotta di classe in tanti Paesi. Ma soprattutto alla luce del nuovo processo rivoluzionario che si sta aprendo in America Latina, a partire dal Brasile. Le splendide giornate di giugno, che hanno visto l’intero Paese latinoamericano percorso da una marea giovanile che protestava solo apparentemente per i 20 centesimi di real di aumento dei prezzi dei biglietti dei trasporti – ma che in realtà invadeva le piazze e le strade per contestare il modello sociale capitalistico sostenuto dai governi Lula prima e Dilma Rousseff che ha proletarizzato la gioventù salariata più scolarizzata della storia del Brasile – hanno aperto la porta all’ingresso sulla scena della lotta di classe del più grande proletariato dell’intero continente, inaugurando una nuova fase con l’inizio di una situazione prerivoluzionaria. Ciò che sta accadendo in Brasile è tanto più importante in quanto, al contrario di altri Paesi latinoamericani, la storia brasiliana non ha mai visto periodi di crisi rivoluzionarie in cui il potere politico fosse disputato dalla classe operaia. Ma oggi le grandi città brasiliane sono enormi barili di polvere. Il processo accelerato di urbanizzazione nella strategia del capitale ha portato alla concentrazione di masse di lavoratori impoveriti in quartieri popolari, con pessimi servizi pubblici di trasporti, sanità e istruzione. E la crisi urbana è ancor più ampia, dato che investe tutta la periferia delle grandi città in cui, anche grazie alla realizzazione delle grandi opere per i Mondiali del 2014 e le Olimpiadi del 2016, vivono milioni di operai industriali, lavoratori regolari e irregolari, disoccupati e ambulanti.
Un’esplosione rivoluzionaria nel Paese metterebbe in movimento queste masse popolari, così come il proletariato. Insomma, la fase che si è aperta in Brasile a partire dalle giornate di giugno lo avvicina alla situazione rivoluzionaria mondiale trasformando il Paese in un fattore di destabilizzazione a livello continentale. Ciò che rende particolarmente importante l’XI Congresso della Lit è che la sua sezione brasiliana, il Pstu, un partito rivoluzionario profondamente inserito nella lotta di classe, anche con ruoli di direzione, può svolgere una parte rilevante in questo processo per la costruzione di una direzione rivoluzionaria delle lotte, una direzione cosciente e conseguente del processo in atto.
 
I processi rivoluzionari in Nord Africa, Medio Oriente ed Europa: l’analisi della Lit
Ma non sarà solo la situazione nel continente latinoamericano a formare oggetto di discussione del prossimo Congresso. Il processo rivoluzionario vigente in Nord Africa e in Medio Oriente sarà ampiamente dibattuto, soprattutto considerando l’esplosiva situazione in Egitto e la guerra civile in Siria, rispetto alla quale la Lit ha già lanciato – e intende sviluppare – una campagna di aiuto internazionalista alle truppe ribelli le quali, oltre a fronteggiare le armate di Assad, debbono ora difendersi anche dalle milizie quaediste. E naturalmente la situazione della lotta di classe in Europa sarà uno dei centri del confronto congressuale, tenuto conto dello sviluppo dal passato Congresso ad oggi delle sezioni della Lit nel nostro continente e del fatto che fra qualche mese si voterà per le elezioni europee, con tutto ciò che ne discende in termini di apertura di uno spazio enorme per la propaganda dei rivoluzionari. Insomma – e riservandoci di tornare più approfonditamente in argomento una volta che i documenti saranno pubblicati – l’XI Congresso che la Lit si accinge a celebrare non ha nulla a che vedere con la fase di crisi che all’inizio degli anni ’90 essa ha vissuto, con il lungo periodo di “traversata nel deserto”, con gli anni dell’alluvione opportunista che ha portato tante organizzazioni della sinistra (anche provenienti dal trotskismo) ad abbandonare gli ideali rivoluzionari per approdare sui lidi del riformismo, dell’opportunismo e dell’elettoralismo.
La Lit ha tenuto alta la bandiera di quegli ideali mantenendo il filo della continuità storica del marxismo in seno alla classe operaia e strutturandosi – fino a diventare la corrente internazionale più importante e più dinamica nel panorama mondiale della lotta di classe – come motore per la ricostruzione di un’Internazionale rivoluzionaria, democraticamente centralizzata – la Quarta – che si ponga lo scopo di superare quella che Lev Trotsky felicemente definì una “crisi di direzione rivoluzionaria”.
 
Un’occasione di bilancio e il progetto di costruzione di un’Internazionale rivoluzionaria
Ogni congresso costituisce sempre un’occasione di bilancio dell’attività svolta, ma anche la necessaria messa a punto di un progetto. Il periodo di tempo che ci separa dal X Congresso ci consegna una Lit più forte e ancor meglio inserita nei processi della lotta di classe. Del resto, proprio la riuscitissima iniziativa internazionale con cui, sul finire del 2012, si sono celebrati in Argentina i 30 Anni dalla fondazione della Lit (1) ci dà diritto all’ottimismo. Ma, com’è ovvio, tutto ciò non basta. Di fronte a una politica mondiale dei capitalisti che è unificata nel suo sviluppo e nel suo obiettivo – scaricare gli effetti della crisi sui lavoratori di tutti i Paesi – le lotte, anche quando sorgono, sono divise, frazionate e, soprattutto, spesso controllate da burocrazie sindacali e politiche che non hanno nessuna intenzione di rovesciare un sistema da cui, in un modo o in un altro, hanno ricevuto privilegi e briciole da distribuire. Di fronte a un attacco unificato c’è bisogno di una risposta unificata e, soprattutto, di una direzione rivoluzionaria unica e centralizzata che possa organizzare una sola massa d’urto contro i piani delle borghesie mondiali, stabilendo l’unità della classe lavoratrice al di là delle frontiere nazionali partendo dalle rivendicazioni e dalle lotte degli stessi lavoratori elevandole a lotta comune contro i governi, i padroni e le direzioni traditrici che vogliono farci pagare una crisi che non è nostra. Lungi da ogni autoproclamazione, la Lit mette la propria organizzazione, i quadri e la militanza al servizio della ricostruzione della Quarta Internazionale, un progetto che non rappresenta un feticcio prodotto di dogmi, ma una necessità che parte dall’analisi della realtà e dalla constatazione dell’attualità del Programma di Transizione. È questo il compito che l’XI Congresso della Lit si pone, facendo appello a tutti i rivoluzionari ad unirsi a questa battaglia: l’unica che potrà far uscire l’umanità dalla barbarie per proiettarla verso un mondo diverso, quello Socialista.
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Note
(1) Se ne può trovare una sintetica cronaca all’indirizzo http://www.alternativacomunista.it/content/view/1742/45/
 
 

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