Il Congresso nazionale del Comitato Immigrati
Uno strumento per la lotta unitaria di immigrati e nativi
dal Congresso, Adriano Lotito

Durante
le giornate del 28 e 29 aprile si è tenuto a Roma, il II Congresso nazionale
del Comitato Immigrati, presso la Casa del Popolo di Torpignattara.
Si
tratta di un vasto insieme di realtà di lotte che ha per protagonisti
lavoratori e piccoli commercianti immigrati, provenienti da tutte le regioni
del Paese e con delegazioni anche internazionali.Il
Comitato Immigrati, fondato dieci anni fa, con questo congresso dimostra di
essere una realtà vitale e combattiva e decide di dotarsi di un’organizzazione
strutturata su scala nazionale per diventare punto di riferimento per le lotte
dei tanti lavoratori immigrati presenti in Italia. Ma non lo si deve pensare
come un comitato autoreferenziale e corporativo, tutt’altro: il congresso è
stato interamente condotto su di una prospettiva di unità di classe, tra
immigrati e lavoratori nativi, contro l’unico vero avversario, che è il sistema
capitalista in crisi.Le
masse lavoratrici immigrate rappresentano infatti un prezioso motore per la
società capitalistica e per questo motivo sono sottoposte a un doppio
sfruttamento, sia da parte della classe borghese sia da parte dello stesso
proletariato italiano che risulta condizionato dalle ideologie dominanti
razzistiche e nazionaliste. Ma per il fatto stesso di essere una delle realtà
più sfruttate nella società capitalistica, gli immigrati rappresentano anche
uno dei soggetti più combattivi e determinati. Gli esempi degli ultimi anni non
sono pochi: le lotte dei braccianti immigrati schiavizzati dal caporalato
(dalle rivolte di Rosarno ai fatti di Castelvolturno, passando per lo sciopero
delle “rotonde” e le rivolte in Puglia), gli operai delle gru di Milano e
Brescia, le iniziative in occasione del primo marzo). E per culminare, la
candidatura del compagno Ibrahima Barry, candidato sindaco a Verona per
Alternativa Comunista contro l’ultrareazionario leghista Flavio Tosi, con un
programma realmente alternativo e rivoluzionario. Un evento, quello di Verona,
che è stato molto sentito durante il congresso del Comitato da tutti i
partecipanti, anche grazie alla presenza dello stesso compagno Ibrahima, molto
applaudito, che sedeva al tavolo della presidenza.Nel documento
politico votato all’unanimità si legge una dura critica nei riguardi del
centrosinistra e della socialdemocrazia (Rifondazione e Sel), giustamente
incolpati di aver iniziato e sostenuto le politiche razziste contro gli
immigrati, attraverso la costruzione dei Cpt (ora Cie) e la legge razzista
Turco-Napolitano, che ha preparato il terreno in vista dell’ancor più assurda
Bossi-Fini. Al contempo è presente un sincero ringraziamento al Pdac, l’unica
organizzazione della sinistra di classe ad aver avuto il coraggio di far proprie
le rivendicazioni del proletariato immigrato, sia a parole che nei fatti,
presentando come candidato sindaco il compagno Ibrahima a Verona, una città
governata da uno delle giunte più reazionarie e razziste dell’intera politica
borghese.
Il Pdac, presente
al congresso con una delegazione del Comitato Centrale, dal canto suo, ha
espresso la massima solidarietà militante al Comitato Immigrati, nella speranza
di poter continuare a condurre assieme, nella rispettiva autonomia,
quell’opposizione di classe al governo Monti di cui tanto hanno bisogno oggi i
lavoratori nativi e immigrati.