Partito di Alternativa Comunista

La candidatura di Ibrahima e la battaglia nazionale

La candidatura di Ibrahima e la battaglia nazionale
LA LOTTA DI CLASSE
DEGLI IMMIGRATI CRESCE
 
 
 
 
Intervista a cura di Patrizia Cammarata
 

 

immigrati lotta
Wagne all'assemblea internazionale per il 30° della Lit, Brasile, 28 aprile 2012

 

Pubblichiamo qui una breve intervista realizzata la settimana scorsa a Moustapha Wagne, della Segreteria del Comitato Immigrati in Italia e del Consiglio Nazionale del Partito di Alternativa Comunista (Lit), poco prima che si imbarcasse per il Brasile dove ha partecipato sia al Congresso della Csp Conlutas sia all'oceanica assemblea (tenutasi in un palazzetto dello sport) in cui si è celebrato il trentesimo anniversario della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale, dove Wagne è intervenuto in rappresentanza del Pdac. Torneremo nei prossimi giorni sul Congresso del sindacato di base Conlutas, qui intervistiamo invece Wagne sulla campagna elettorale del Pdac a Verona, che si conclude oggi.

A seguire un articolo del Corriere della Sera (27 aprile 2012) sulle elezioni a Verona che titola: "unico sfidante di Tosi è Barry".
 
Alle elezioni amministrative di Verona il Partito di Alternativa Comunista partecipa con una propria lista, con un programma di classe e con Ibrahima Barry,  un candidato sindaco operaio, immigrato, trotskista. Il Coordinamento Migranti di Verona appoggia attivamente questa candidatura, puoi spiegarne i motivi?
Il Coordinamento Migranti di Verona appoggia questa candidatura perché pensa che la partecipazione attività alla vita politica, da parte degli immigrati, sia una necessità.
Ibrahima Barry, inoltre,  è un candidato pulito, onesto, un candidato che non ha mai fatto parte di nessun altro partito, di quei partiti che hanno portato alla crisi, che hanno tradito i lavoratori. E’ una candidatura che rappresenta le fasce deboli della città, sia per il programma che porta avanti e sia perché Ibrahima è un immigrato che ha partecipato in prima persona alle sofferenze dei lavoratori immigrati. E’ uno che sa cosa significa, perché l’ha provato in prima persona, non arrivare alla fine del mese.
A Verona la percentuale dei cosiddetti stranieri residenti è di circa il 13 %. Al 1 gennaio 2011 il dato era di  36.666 immigrati. Questi immigrati  non hanno la cittadinanza e, di conseguenza, nemmeno l’iscrizione alle liste elettorali nel Comune di Verona. Pur se lo volessero, quindi, non potranno votare per Ibraima Barry e non lo potranno fare nemmeno  i loro figli, nemmeno quelli nati a Verona. Coloro che, probabilmente, si sentono maggiormente rappresentati da Ibrahima Barry perché condividono con lui la stessa condizione di immigrati, se lo volessero, non potranno votarlo. Non ti pare una contraddizione?
Certo, è una grande contraddizione, è una violazione dei diritti civili di cui si parla tanto. Ci  viene negata la possibilità di dire la nostra, questa è  la contraddizione di un sistema che si definisce democratico e che invece vive sulla divisione di classe e sull’ingiustizia. Nonostante moltissimi immigrati residenti a Verona non potranno votare, la candidatura di Ibrahima apre comunque una grande speranza, soprattutto nella giovane generazione. I giovani, infatti, stanno vedendo in questi giorni che gli immigrati non sono più inattivi sul piano politico, che sfidano apertamente sia la Lega sia tutte le politiche razziste di centrodestra e centrosinistra. E’ importante, comunque,  ribadire che il Pdac  non aspira a grandi percentuali di voto essendo l'unico partito che non vuole assessori, che non vuole sedersi al  tavolo con la borghesia, al tavolo della compatibilità con il capitalismo. E’ importante ribadire che  questo tavolo - il tavolo della borghesia – il Pdac lo vuole rovesciare con le lotte di piazza e di fabbrica perché è convinto che la borghesia e il razzismo  non si possa combattere ponendo le speranze negli  ordini del giorno dei consigli comunali. Eppure queste elezioni sono importanti perché rappresentano uno strumento per denunciare le condizioni di apartheid che gli immigrati vivono a Verona e in tutto il Paese. Questa candidatura, la candidatura di Ibrahima Barry, una candidatura di un operaio immigrato e comunista, una candidatura che parla di unità fra i lavoratori, sta cambiando Verona e sta indicando una strada anche per le altre città.
Rimanendo in Veneto, a Vicenza, qualche giorno fa, gli immigrati rifugiati dalla Libia hanno manifestato per far conoscere la grave e insostenibile situazione in cui si trovano a vivere, al grido "Ciò boi!", che nella loro lingua vuol dire "Stiamo in piedi insieme". Un grido lanciato anche da Titus Glover, del Coordinamento Migranti di Vicenza (federato Cub) che, insieme a te, ha denunciato a tv e giornali, durante la conferenza stampa, che i rifugiati sono trattati peggio (se fosse possibile fare una graduatoria) nella Vicenza del sindaco del Pd Variati che nella Verona del sindaco leghista Tosi… come è spiegabile questo?
L’amministrazione comunale di  Vicenza ha negato i diritti minimi nei confronti degli immigrati rifugiati. Il Comune non vuole mettere a disposizione i soldi necessari per i rifugiati. Vogliamo capire quanti soldi hanno avuto dalla Regione, quanti a livello nazionale e dove sono questi soldi, chi li amministra. A Vicenza c’è uno scaricabarile, un fuggi-fuggi, nessuno si vuole occupare degli immigrati. Noi diciamo che deve essere assolutamente rilasciato il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Mi sembra invece che a Vicenza si siano occupati più dei soldi che di risolvere il problema degli immigrati. A Vicenza chi dovrebbe fare una politica a favore degli immigrati è preoccupato ai progetti e spesso ha un rapporto d’amicizia con l’amministrazione. Il Coordinamento Migranti di Vicenza (federato Cub)  è nato da pochi mesi ma intende cominciare una politica vera sull’immigrazione. A Verona, da anni, il Coordinamento Migranti mette in atto un’opposizione pubblica e senza sconti alle politiche del sindaco Tosi. A Vicenza, invece,  l’Amministrazione del sindaco Variati agisce indisturbata, con la sola opposizione del  Pdac, della Cub, e di pochi altri, mentre la maggior parte delle associazioni, dei sindacati e dei partiti di sinistra lo appoggiano, o fingono di non vedere.  Quest’opposizione, sul fronte dell’immigrazione, la faremo noi, con il Coordinamento Migranti di Vicenza che ora ha una sede e uno sportello che funziona regolarmente presso la sede del sindacato Cub. La faremo collaborando con tutti i soggetti presenti nel territorio che pensano sia arrivato il momento di cambiare le cose e sono disponibili a lottare senza opportunismi.
Il 28-29 aprile prossimi [l'intervista è stata registrata nei giorni precedenti, ndr] si terrà a Roma il II° Congresso del Comitato Immigrati in Italia. Tu non sarai presente perché sarai in Brasile, dove avrai il compito di rappresentare la situazione dei lavoratori del nostro Paese ad un altro importante congresso, il congresso di Conlutas, il più grande sindacato di base dell'America Latina. Al Congresso di Roma saranno presenti molti compagni immigrati, fra cui Ibrahima Barry. Che aspettative nutri nei confronti di questo secondo Congresso del Comitato Immigrati in Italia?
Questo congresso è molto significativo. L’immigrazione è un fattore internazionale e quello che sta accadendo in questo breve periodo in Italia, dal 1 aprile ai primi di maggio, a noi che stiamo lottando da anni, è molto significativo: a Verona abbiamo per la prima volta in Italia un candidato sindaco operaio e immigrato, io andrò dall’altra parte del mondo al Congresso del più grande sindacato di lotta e di classe del Brasile, e al contempo i compagni immigrati in Italia discuteranno e prenderanno importanti decisioni al II° Congresso del Comitato immigrati. La rappresentanza che deve scaturire da questi appuntamenti deve essere forte e nuova. A Roma l’appuntamento è molto importante per gli argomenti in discussione e perché questo secondo congresso cade in un momento importante di crisi internazionale del capitalismo, in un Paese sotto attacco dalle politiche del governo Monti e all’indomani delle rivoluzioni che hanno scosso il Nord Africa e il Medio Oriente. Al Congresso sarà presente anche il nostro candidato Barry, che non è un candidato solo per gli immigrati di Verona e che porterà la proposta di unità fra tutti i lavoratori, nativi ed immigrati. Barry rappresenta anche il Pdac e porterà al Congresso i contenuti e la proposta del partito. A Verona abbiamo visto che dove muore Rifondazione, dove l’opportunismo dei partiti della sinistra si svela in tutta la sua chiarezza, là rinasce il trotskismo e rifioriscono le parole d’ordine internazionaliste e di classe. Sia Ibrahima Barry, sia il Pdac, sia il Coordinamento Migranti di Verona hanno dimostrato grande coraggio e grande generosità. Un coraggio e una generosità che darà molti frutti. E’ stata scossa la coscienza di molti immigrati che pensavano che non sarebbe mai stato possibile: ora sappiamo che è possibile.
 

Verona, Tosi contro Tosi
Il sindaco uscente vincerà al primo turno o al ballottaggio? Praticamente senza avversari, l'unica vera «sfida politica» arriva da un operaio della Guinea, Ibrahima Barry
 
MILANO - Non quotata. La corsa alla poltrona di sindaco di Verona è già decisa. Per i sondaggisti sarà riconfermato Flavio Tosi, 42 anni, sindaco uscente, a cui viene attribuito dal 48 al 58% dei voti del primo turno. L'unico dubbio è se Tosi risiederà ancora sulla stessa poltrona già il 7 maggio oppure se sarà costretto al ballottaggio due settimane dopo. Persino gli ex di An, che hanno come punto di riferimento Alemanno, hanno scelto il maroniano di ferro. Gli sfidanti suscitano tutti poco entusiamo, a cominciare dal candidato del centrosinistra: Michele Bertucco, ex presidente veneto di Legambiente, che viene accreditato di un 23-25%.

CHI LO APPOGGIA - Flavio Tosi, appoggiato da ben sette liste (oltre alla Lega Nord, i pensionati e 5 liste civiche), è però accusato di aver corroso metà dell’ex alleato Pdl. Infatti Alfano è stato «costretto» a sospendere ben 14 amministratori iscritti al Pdl veronese per il loro appoggio al candidato sindaco leghista, attraverso «Forza Verona», una lista civica nata con lo scopo di «recuperare lo spirito originario di Forza Italia». Così il «vero» Pdl o quel che resta si affida a Luigi Castelletti. Su di lui i sondaggisti sono divisi: vale un 8% per Euromedia, addirittura un 28,5% per Euromedia e un 12% per Swg. Anche i dirigenti del Terzo polo veronese hanno deciso di sostenere Tosi.
 
L'AFRICANO - Oltre al Movimento 5 Stelle che con Gianni Benciolini, salvo sorprese, non dovrebbe andare oltre il 5%, l'unico a lanciare a Tosi una vera «sfida politica» è tale Ibrahima Barry, un operaio nato e cresciuto in Africa ma che vive da tanti anni in Italia, 22 per l'esattezza. Alternativa comunista (Pdac), si chiama la sua lista: è lui il candidato come primo cittadino di Verona. «Sono in questa città da 13 anni, arrivo dalla Repubblica di Guinea dove ho militato in associazioni ma non ho mai fatto politica. Ora ho questa possibilità, con un partito che porta avanti le idee che ho dalla nascita». Ibrahima, 49 anni, presta assistenza fiscale presso il Coordinamento migranti di Verona, e qui «ne ho sentite di tutti i colori. Personalmente non sono mai stato vittima di episodi di razzismo ma altre persone che conosco sicuramente sì». Paradossalmente, la questione immigrazione non sarà tra i primi punti del suo programma nel caso in cui dovesse vincere e subentrare al sindaco leghista Flavio Tosi. «Al centro della nostra campagna - spiega - ci sarà il lavoro, senza dubbio. Quindi la disoccupazione e il precariato. Altro punto riguarderà la salvaguardia dell'ambiente». A Verona risiedono circa 40 mila stranieri, «so che ci sono casi di donne alle quali strappano letteralmente i figli. Come? Ci sono donne immigrate che, visto il momento di crisi attuale, si rivolgono ad assistenti sociali per chiedere aiuto. Questi alla prima occasione glieli tolgono per darli in adozione. E su questo toccherà intervenire sicuramente».
Alla fin fine a sfidare Tosi rimane l'operaio della Guinea.
 

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