Partito di Alternativa Comunista

Vertice Nato: no al piano di riarmo imperialista! Spese militari per la spesa sociale!

Vertice Nato: no al piano di riarmo imperialista!

Spese militari per la spesa sociale!

 

 

Segretariato e europeo della Lit-Quarta Internazionale

 

 

Scriviamo questa dichiarazione mentre assistiamo al conflitto tra Iran e Israele. Quest’ultimo continua il brutale genocidio a Gaza, mentre i governi europei nascondono la loro complicità con l'entità sionista, limitandosi a lacrime di coccodrillo e proteste tiepide e ipocrite. Israele tuttavia non è riuscito a sconfiggere la Resistenza palestinese, anzi, questo genocidio ha riattivato la solidarietà internazionale, come abbiamo visto nelle ultime mobilitazioni che hanno avuto luogo in tutto il mondo.
In questo contesto, il 24 e 25 giugno si tiene all'Aia un nuovo vertice della Nato. Un vertice in cui i governi europei si impegneranno a un forte aumento del loro bilancio militare.

 

Un aumento brutale della spesa militare fino al 5% del Pil

Il punto più importante all'ordine del giorno sarà la richiesta degli Stati Uniti ai partner europei di aumentare la spesa militare fino al 5% del loro Pil, affinché Trump possa concentrare le sue forze contro la Cina nell'Indo-Pacifico, posto che, almeno nel prossimo futuro, i governi europei continueranno ad acquistare massicciamente armi americane.
Ricordiamo che l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin ha fornito alla Nato le condizioni per tentare di rafforzarsi con l'ingresso di Svezia e Finlandia, Paesi confinanti con la Russia e storicamente neutrali. Allo stesso modo, Putin ha fornito ai poteri imperialisti europei la scusa perfetta per aumentare i loro bilanci della difesa. La Germania ha così avviato una svolta militarista senza precedenti dalla seconda guerra mondiale (aumento del 23,2% tra il 2023 e il 2024). Lo stesso vale per gli altri Paesi.
Sulla scia di questo continuo aumento del bilancio militare, i governi hanno condotto una campagna per convincerci della priorità di «aiutare l'Ucraina» (anche se hanno inviato solo armi col contagocce e in gran parte obsolete) e di «difendere i nostri valori democratici e renderci indipendenti dall'ombrello difensivo degli Stati Uniti». A questo si è aggiunta la promessa di creare posti di lavoro nel settore militare. Una strada militarista che comporterà forti tagli alla spesa sociale e un aumento delle tasse per la classe lavoratrice.

 

Un piano di riarmo al servizio dei propri obiettivi economici e imperialisti

Questo vertice si svolge nel quadro del Piano di riarmo europeo (ReArm Europe) approvato a marzo dall'Ue, con 150 miliardi di euro (Safe) in crediti militari ai governi e la previsione di spendere altri 800 miliardi nei prossimi quattro anni, a carico dei diversi bilanci di ciascun Paese.
Un riarmo che non ha nulla a che vedere con la garanzia della nostra sicurezza né con la difesa della democrazia e della pace, come dicono. Anche se la Russia invadesse i Paesi baltici o se gli Stati Uniti occupassero la Groenlandia, la Nato non interverrebbe. La vera ragione è il tentativo della borghesia europea di utilizzare i fondi pubblici per recuperare dinamismo economico e profitti, attraverso una sorta di keynesismo militare, che favorisce principalmente l'industria militare.
Per quanto riguarda il cosiddetto «esercito europeo», si tratterebbe di un ulteriore attacco dell'imperialismo francese e tedesco alla sovranità dei Paesi periferici dell'Europa; un progetto che non ha alcun fondamento vista la frammentazione in diversi Stati con interessi diversi e la «crisi esistenziale» della stessa Ue, che l'estrema destra vuole ridurre al minimo.

 

Sull'attacco israeliano all'Iran

A seconda di come si svilupperà il conflitto, la guerra tra Israele e Iran dovrà occupare anche parte dell'agenda di questo incontro. Il segretario generale della Nato Mark Rutte si è detto «preoccupato» e ha affermato che «è fondamentale lavorare per ottenere un allentamento della tensione». Tuttavia, gli Stati Uniti continuano e continueranno a stare incondizionatamente dalla parte di Israele e anche gli imperialismi europei sostengono il suo «diritto alla difesa».
Da parte nostra, condanniamo questa nuova aggressione dello Stato sionista contro l'Iran e sosteniamo la sua controffensiva sul territorio israeliano. Lo facciamo perché è un'espressione della lotta dei popoli della regione attaccati da quell’enclave militare dell'imperialismo che è lo Stato di Israele, che può mantenersi tale solo con offensive militari permanenti. Stiamo nel campo militare dell'Iran, pur mantenendo la nostra totale indipendenza politica di fronte a questa dittatura borghese.

 

Quali interessi sono in gioco in questo nuovo incontro della Nato?

È importante sottolineare che l'aumento delle spese militari non è limitato all'Europa. A livello mondiale, la spesa militare ha raggiunto la cifra impressionante di 2,8 trilioni di dollari nel 2024, con un aumento del 9,4% rispetto al 2023. Tutti i Paesi membri della Nato l'hanno aumentata.
Allo stesso tempo, assistiamo al numero più alto di guerre dalla Seconda guerra mondiale, con l'Ucraina e Gaza in primo piano, con nuove tecnologie come i droni, che stanno trasformando gli scontri militari.
Questa corsa agli armamenti ha come sfondo la rivalità tra gli Stati Uniti, imperialismo egemonico la cui supremazia militare rimane indiscussa, e la Cina, potenza imperialista emergente, che contende loro l'egemonia in Asia e in settori strategici dell'economia mondiale.
È questa contesa (in cui l'Ue è intrappolata) che spiega il cambiamento dell'amministrazione Trump nella sua politica estera e nella sua strategia militare e, in particolare, la sua svolta verso Putin, cercando di concludere un accordo con lui, a scapito della sovranità dell'Ucraina, delle sue ricchezze e della sua integrità territoriale, passando anche sopra le principali potenze europee.
Le rivalità tra le varie borghesie, in continuo movimento, si esprimono oggi sul terreno militare nella moltiplicazione degli accordi e delle alleanze militari. Dall'ampliamento e dal rafforzamento della Nato, all'Ocx (Accordo di cooperazione di Shanghai) fino all'Aukus (Australia, Regno Unito e Stati Uniti). Allo stesso modo, negli ultimi decenni, si è assistito alla crescita e alla proliferazione di imprese militari private in diverse parti del mondo, subappaltate dagli Stati al servizio degli obiettivi imperialisti delle proprie multinazionali.
Tutto ciò costituisce anche una fonte di tensioni interne, di divisioni e persino di incertezza su quale debba essere l'obiettivo e il futuro dell'organizzazione atlantica. Sotto l'apparente unità guidata dagli Stati Uniti, continua lo scontro di interessi tra i diversi Paesi imperialisti. Nell'Ue, la Germania si sta riarmando in alleanza con l'imperialismo francese, trascinando altri Paesi alla ricerca di un'apparente indipendenza dal conflitto inter-imperialista tra Cina e Stati Uniti.
In sostanza, il piano europeo di riarmo risponde alla lotta della sua borghesia per difendere la sua fetta di torta dei profitti mondiali, che è sempre più piccola. Per quanto riguarda il sostegno militare all'Ucraina, esso è ugualmente al servizio del mantenimento dei suoi obiettivi imperialisti. A tre anni dall'invasione di Putin e dopo l'accordo sui minerali tra Trump e Zelenski, l'Ue cerca di non rimanere fuori dai giochi nel saccheggio dell'Ucraina.
Il vero obiettivo delle potenze europee della Nato è quello di continuare a svolgere un ruolo rilevante a livello internazionale e di intervenire, se necessario, nei conflitti al di fuori dell'Ue, laddove gli interessi delle loro multinazionali siano minacciati. Parallelamente, accentuano le misure xenofobe e razziste contro i migranti in Europa, con espulsioni, migliaia di annegati in mare e la creazione di campi di deportazione al di fuori delle frontiere dell'Ue, mentre continuano a saccheggiare i Paesi semicoloniali. Il riarmo va anche di pari passo con un forte arretramento delle già molto tiepide misure ambientali, mentre la maggioranza sociale subisce le conseguenze sempre più evidenti del cambiamento climatico.
Non possiamo quindi aspettarci nulla da questo nuovo vertice di criminali, espressione degli interessi degli Stati Uniti a partire dalla seconda guerra mondiale: la Nato ha un passato di aggressioni militari, occupazioni e crimini che non ha nulla da invidiare a Putin.

 

Le nostre rivendicazioni

La Lit-Quarta Internazionale continuerà a denunciare che la classe lavoratrice e le masse popolari d'Europa e di tutto il mondo non sono più sicure e protette, ma sempre più minacciati da questa alleanza militare!


Denunciamo il riarmo militare europeo che sta causando un maggiore indebitamento dei Paesi e che si tradurrà in ulteriori tagli social e ulteriore miseria per la popolazione!


Servono risorse per la spesa sociale! Chiediamo un aumento del bilancio per far fronte alla catastrofe ambientale in corso, garantire un'istruzione, una sanità e servizi pubblici dignitosi e maggiori investimenti nell'edilizia pubblica accessibile a tutti!


Chiediamo il disarmo nucleare e l’annientamento delle armi di distruzione di massa che mettono a rischio l'esistenza dell'umanità e della vita sul Pianeta!

Scioglimento della Nato e di tutte le alleanze e i patti militari e smantellamento delle loro basi militari all'estero!

Basta con gli interventi imperialisti!

Rottura immediata delle relazioni militari, commerciali e diplomatiche con lo Stato genocida di Israele! No alla falsa soluzione dei due Stati! Viva la Resistenza palestinese, per una Palestina libera dal fiume al mare!

Sostegno e solidarietà incondizionata al popolo ucraino e al suo diritto di difendersi dall'invasione di Putin! Fuori le truppe russe e giù le mani degli Stati Uniti e dell'Ue dall'Ucraina!

Difendiamo lo scioglimento degli eserciti professionali, dei corpi di repressione e dei crescenti eserciti privati e la loro sostituzione con un esercito basato sul principio del popolo in armi!

 

L'unica via per la pace è il socialismo

La nostra richiesta di scioglimento della Nato fa parte della nostra opposizione di principio a tutti i blocchi imperialisti e del nostro sostegno attivo a tutte le lotte dei lavoratori e delle masse popolari, come nel caso della Resistenza palestinese e ucraina. Quest’ultima, nonostante la direzione capitolarda di Zelensky, porta avanti da tre anni e mezzo una guerra di liberazione nazionale contro l'aggressione imperialista russa. In questo campo lottiamo per costruire un campo indipendente della classe lavoratrice che combatta per un programma socialista rivoluzionario.
Di fronte alle crescenti espressioni di barbarie capitalista, dobbiamo trasformare l'indignazione e la rabbia crescente in una guerra sociale contro i nostri veri nemici di classe.
È importante non dimenticare che le organizzazioni di sinistra che oggi protestano giustamente contro l'aumento delle spese militari hanno contribuito al rafforzamento della Nato sostenendo o entrando nei governi di turno, che hanno aumentato il bilancio della difesa. Pensiamo a Podemos in Spagna durante il primo governo di coalizione di Sanchez, o al Portogallo, con il Pcp e il Blocco di Sinistra che hanno sostenuto i governi del Ps.
È necessaria la massima unità d'azione contro il piano di riarmo dei Paesi imperialisti, ma è altrettanto importante mantenere un dibattito su quale sia la strategia da seguire nella lotta contro il capitalismo. Ciò richiede una lotta contro le idee promosse dal falso pacifismo, dalla collaborazione di classe e da tutte le forme di «riformismo senza riforme», che ci dicono che la pace mondiale e la prosperità sono possibili all’interno di questo sistema imperialista in decadenza. Non c'è alcuna possibilità di raggiungere una pace stabile, duratura e democratica senza un movimento rivoluzionario che abbatta il capitalismo e apra la strada alla presa del potere da parte della classe lavoratrice e al socialismo.

 

21 giugno 2025

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