Perché aderisco al Pdac
Intervista a Manodoro, portavoce dei lavoratori

L'idea di metter su un comitato aziendale di lotta operaia all'interno della multinazionale giapponese nasce nel bel mezzo della ormai famosa "vertenza Bridgestone", nata, a sua volta, dall'annuncio shock della chiusura irrevocabile dello stabilimento, da parte della compagnia, il 04 marzo 2013; nasce nel bel mezzo della trattativa tra istituzioni, organizzazioni sindacali ed azienda.
Trattativa, questa, pianificata ed attuata completamente dalla compagnia nipponica; trattativa che vede e porta un "depauperamento" di salari e diritti a danno dei lavoratori ed inoltre un esubero di 377 lavoratori.
Alcuni lavoratori, si sono autorganizzati per tentare di porre fine alle tante ritorsioni che avvenivano e tutt'oggi avvengono nei riguardi della classe operaia ed hanno costituito il "Comitato del NO".
Il ruolo dei sindacati confederali, a mio modo di vedere, è stato "nullo" nel tentare di trovare soluzioni alternative, o per lo meno di fermare quello che ben presto si è rivelato un progetto insostenibile ed inapplicabile; inoltre in alcuni passaggi di questa trattativa, i sindacati confederali, hanno assunto un ruolo di facilitatore nei riguardi della compagnia, avvallando la delegittimazione della stessa verso il risultato referendario, espressione libera del lavoratore.
Ho conosciuto Alternativa Comunista, proprio a fine luglio 2015, dopo che la multinazionale aveva rigettato l'esito referendario dei lavoratori e questo, credimi, proprio quasi per indole personale non mi andava giù.
Navigando in rete e cercando informazioni in merito ad altre vertenze simili a quella nostra (ex. Natuzzi, OM carrelli), noto una costante comune: la presenza in campo, fino a "sporcarsi le mani", di Alternativa Comunista a sostegno e vicinanza dei lavoratori colpiti, ma parlo di sostegno e vicinanza reali e non virtuali. Decido, pertanto, di capire cosa fosse Alternativa Comunista e di individuare i suoi rappresentanti; di lì, poi, ha inizio tutto il resto ed ho deciso di iscrivermi alla sezione barese del Pdac.
Avvicinandomi al Pdac ho iniziato a rivedere con occhio molto più critico (accostandomi direttamente alle fonti) un po' di storia, proprio per poter comprendere determinate situazioni od eventi che son successi in passato, succedono oggi, e se non si tenta di fermare questo "modus operandi", succederà sempre.
E' stato con questo percorso, molto rapido, che ho iniziato a comprendere che: "se un mio collega operaio ha un problema, quello diventa anche un mio problema" o meglio ancora: "se il figlio di un amico o conoscente o finanche di uno sconosciuto sta male, allora è come se stessero male le mie figlie". Per anni siamo stati indottrinati con dei "classificatori seriali" annullando completamente il fatto che siamo tutti lavoratori chiamati ad avere le stesse opportunità e gli stessi diritti, affinché tutti e dico "tutti" possiamo godere dello star bene comune ed esser sereni.
Penso proprio di si! Ormai si parla a livello nazionale di "modello Bridgestone"; bene, vorrei che si iniziasse a parlare, in parallelo, a livello nazionale, di "resistenza e lotta al modello Bridgestone", che ricordo essere leader mondiale nella produzione di pneumatici con un unico stabilimento a Bari, proprio perché, non siamo un'isola nel deserto e pertanto anche altri lavoratori devono avere la consapevolezza che esiste un modello di "Resistenza e Lotta" ... fino alla Vittoria, sempre!